20 giugno

Leggiamo …

Dal romanzo di VITTORIO CAVASSA “I giorni di Casimiro” presentiamo l’inizio dell’opera …

Questo è l’umoristico inizio del romanzo in cui si presentano alcuni divertenti personaggi popolari che Cavassa descrive con maestria facendo un sapiente uso dell’ironia.

Tutte le mattine, alle sette, la scià(1)Manin si trovava in piedi sopra un vecchio seggiolone, protesa con le braccia in alto a spolverare, così alla buona, l’effigie inquadrata di Giuseppe Garibaldi. Alla signora Manin, povera donnetta molto precisa, era toccato in sorte il più inconsistente dei mariti, morto pochi anni addietro con i conforti della santa grappa, dopo una vita che il buonanima diceva garibaldina, in grazia di un effettivo arruolamento nei Cacciatori delle Alpi, ma avrebbe potuto definirsi anche con altri aggettivi, sebbene Pre’ Ghio(2), quando veniva per la benedizione delle case a Pasqua, lasciasse intendere quanta difficoltà ci fosse a trovarne uno più tristo. “Mi fate benedire anche Gattibardi?(3)” ghignava, ogni volta, il vecchio pretino ripetendo sarcasticamente la sua facezia. “Cosa vuole, signor Canonico…il buonanima mi ha raccomandato questo quadro come…come un figlio”. “Effetti dei cicchetti…del resto un po’ d’acqua benedetta può far bene anche a Gattibardi…” E l’aspergess’alzava a sprizzare acqua violentemente. La signora Manin insieme al rincrescimento per il rimprovero verso il buonanima provava anche un sottile piacere malizioso a vedere la stizza del vecchio prete magro chiodino e non se ne pentiva perché nella sua innata pacatezza chiavarese(4)(parlava a mezza voce, lenta, staccando le parole come se le mancasse un po’ il fiato) si formava un equilibrio tra le cose che dovrebbero verificarsi e quelle che in realtà succedono; tra le parole del predicatore e i prezzi del macellaio. Sessant’anni di vita avevano insegnato alla scià Manin la necessità di fare la tara su tutto, anche sulle promesse del pigionante, cui, per campare, affittava la migliore delle sue camerette. E quello che, adesso, dormiva di là, in attesa d’essere svegliato alle otto precise, era un altro bruscolo(5) nell’occhio sarcastico di Pre’ Ghio…Infatti di là dormiva il sonno della beata gioventù – simile in tutto a quello così lodato del giusto – Casimiro Costainera (un momento: Casimiro “di” Costainera), direttore dell’Araldo dell’Entella, settimanale politico letterario amministrativo, che a Chiavari, nell’anno 1867, difendeva la Democrazia dalla terribilità(6) del clericalismo…

Note

  1. termine dialettale per signora
  2. prete Ghio
  3. deformazione popolare di Garibaldi
  4. di Chiavari, dove si svolge la vicenda
  5. elemento di fastidio
  6. atteggiamento terribile

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
A ogni uccello il suo nido è bello

MODO DI DIRE
Menare il can per l’aia: Rimandare continuamente una conclusione o una decisione.

Biografia …

Il 20 GIUGNO 1946 UMBERTO VITTORIO CAVASSA diventa direttore di “Il Secolo XIX” …

Umberto Vittorio Cavassa nasce a Massa il 2 settembre 1890, si trasferisce a Chiavari nel 1902 e dopo il Liceo Classico si laurea in Giurisprudenza. Molto giovane inizia la sua carriera di giornalista al “Giornale d’Italia” e poi al “Lavoro” di Genova. Questo suo apprendistato professionale gli consente una notevole esperienza sul funzionamento di una redazione di quotidiano. Proprio per merito di questa sua preparazione professionale il 20 giugno 1946 assume la direzione del “Secolo XIX” di Genova che mantiene ininterrottamente per 22 anni fino al 1968. La sua attività giornalistica non gli impedisce quella di scrittore originale ed interessante. Egli inizia tale attività nel 1929 con la raccolta di racconti “L’ottavo sapiente” e prosegue con opere molto valide: “Il tenore provinciale” (1937), “I giorni di Casimiro” (1948), “Gente diversa” (1956) e “La gloria che passò” (1965). Cavassa muore a Chiavari, vicino a Genova, il 7 giugno 1972. Sicuramente l’opera sua più significativa è “I giorni di Casimiro”, nella quale descrive con sapienza illustrativa il “piccolo mondo” della Chiavari dell’Ottocento. Cavassa, con l’occhio attento del cronista, sa rappresentare ambienti e personaggi con stile agile e pittoresco. Le stradine, i palazzi, gli ambienti nobili, la vivacità espressiva del popolo sono ingredienti di un quadro sociale e storico che egli sa gestire con la padronanza di scrittore intelligente e comunicativo.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA