13 maggio

Leggiamo …

Ecco il modo efficace in cui MARIA BELLONCI conclude il suo romanzo “Lucrezia Borgia” …

In questo brano la Bellonci descrive i momenti finali della vita di Lucrezia e si dilunga nel sottolineare gli stati d’animo della donna. Alle immagini del presente si accavallano i ricordi del passato quasi a fare un bilancio della propria esistenza. La narrazione è precisa ed il lettore intuisce quelle che sono le sensazioni del personaggio grazie all’abilità dell’autrice nel sottolineare i pensieri che Lucrezia elabora in un momento così delicato.

Lucrezia si era quietata, pareva stesse ormai senza capire. Eppure, laggiù dove lei giaceva, qualche cosa doveva ancora arrivare a toccarla: era i colore del cielo di Subiaco, e si sentiva in basso rotolare1 l’Aniene, al riso carnoso di Vannozza seguivano, scoccati, i baci materni dall’odor di vaniglia. Era il rosso della porpora cardinalizia abbagliato e vinto dal bianco trionfale della veste pontificia, e il gran viso di Alessandro VI2 tutto aperto alla luce d’agosto. Si componevano ora le volte ora finite e indorate dal pennello del Pinturicchio, tinnivano3 vicini i campanelli d’argento del duca di Gandia, e s’incrociava, denso e periglioso, lo sguardo di Cesare Borgia4. Roma andava vaporando in una povere rosea, di sera, mentre la campana del Campidoglio commentava ed esaltava i fasti borgiani. Forse a questo rombo che sembra arrivare da un tempo remotissimo, da un’eternità umana, con una voce che ha tanto di magia quanto di antica incuorante5 serenità, i terrori finivano di sbandarsi per dar luogo ad una stanchezza lunga, filata, vicina alla pace. Era venuto il momento di non avere più paura. Lucrezia guardava in viso suo padre come al momento della loro separazione, quel nevoso mattino d’Epifania. E come allora sospirò appena, quando qualcuno disse che bisognava partire.

Note

  1. scorrere
  2. il Papa, padre di Lucrezia Borgia
  3. squillavano
  4. fratello di Lucrezia
  5. incoraggiante

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Chi ascolta troppa gente conclude poco o niente

MODO DI DIRE
Essere appeso (o attaccato) a un filo: Essere in condizioni di insicurezza.

Biografia …

Il 13 MAGGIO 1986 muore MARIA BELLONCI, nota scrittrice di romanzi storici …

Maria Bellonci nasce a Roma il 30 novembre 1902, studia al liceo e molto giovane fa le sue prime prove di opera narrativa. Incontra il critico letterario Goffredo Bellonci che lei sposa e dal quale riceve consigli e indicazioni che le sono utili per la sua attività di scrittrice. Il suo primo romanzo, “Lucrezia Borgia” (1929) dà un indirizzo fondamentale alla sua narrativa con la scelta consapevole del romanzo storico come genere letterario adatto alla sua ispirazione. La scrittura di questo genere narrativo prevede una ricerca approfondita delle fonti e la Bellonci dà grande prova di studiosa perché essa riesce a fare ricostruzioni degli ambienti descritti che sono un aiuto importante alla conoscenza del periodo storico presentato. I suoi romanzi hanno insomma un valore informativo molto importante. Altre opere significative sono: “I segreti dei Gonzaga” (1947) e “Milano Viscontea” (1956), nelle quali approfondisce sempre la psicologia delle figure femminili individuando con intelligenza le cause dei loro comportamenti e il valore del loro ruolo storico. La Bellonci nel 1947 contribuisce ad istituire il Premio Strega, che essa stessa vince nel 1986 con il romanzo “Rinascimento privato”, nel qual ricostruisce una minuziosa biografia di Isabella d’Este. I meriti della Bellonci sono dunque sia quelli di scrittrice sia quelli di animatrice culturale. Essa muore a Roma il 13 maggio 1986.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA