9 maggio

Leggiamo …

Da “Edmenegarda” di GIOVANNI PRATI presentiamo i patetici versi di “La redenzione” …

Questo è il momento conclusivo dell’opera quando la donna, pentita, chiede perdono a Dio e così riesce a riscattare la sua vita di peccato, attraverso la sofferenza e la solitudine.

Godi, infelice,
questo bene supremo(1). Ogni vivente
ch’oggi stolto scendesse a contristarti,
senza misura irriterìa l’Eterno(2).
E là, dinanzi al più remoto altare,
non turbata pregò; pregò pei figli,
per Arrigo(3), per sé, per quel ramingo
ch’era lunge(4), per tutti; e non potendo
quel ramingo scordar, chiedea dal cielo
che gli desse fortuna(5); indi pentita,
il periglio sentìa di quella prece(6);
e pensando ad Arrigo, in sé chiudendo
qualche rancor del rifiutato pane(7),
non finiva di piangere e col pianto
dimandava(8) che Dio le perdonasse.

Note

  1. cioè il pentimento e il riscatto
  2. chi decide di addolorarti irriterà Dio
  3. il marito
  4. l’amante, che l’ha abbandonata e che vaga lontano
  5. prega Dio che dia fortuna all’amante
  6. con quella preghiera sente il pericolo che ritorni l’antica passione d’amore
  7. evita il rancore per il fatto che il marito, non perdonandola, le rifiuta il pane, cioè il ritorno alla vita coniugale
  8. domandava.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
La gallina del vicino sembra un fagiano

MODO DI DIRE
Fare la carità pelosa: Essere poco caritatevoli.

Biografia …

Il 9 MAGGIO 1884 muore GIOVANNI PRATI, famoso poeta sentimentale del tardo Romanticismo …

Giovani Prati nasce Campomaggiore, vicino a Trento, il 27 gennaio 1815, viaggia molto in varie città italiane e partecipa alle attività segrete dei moti risorgimentali. Le autorità austriache lo arrestano e lo espellono da Padova, per cui egli si rifugia in Toscana. Dopo l’Unità d’Italia si stabilisce dapprima a Firenze e poi a Roma dove vive fino alla morte, che si verifica il 9 maggio 1884. Prati è il più tipico rappresentante del secondo romanticismo o “romanticismo patetico”, che si afferma negli anni successivi all’unificazione politica italiana. Venuta meno la stagione dello slancio eroico della lotta, rimane solo la passionalità di superficie che mira alla facile commozione e al languido sentimentalismo. Con le sue opere Prati rappresenta perfettamente questa nuova tendenza. Scrive numerose raccolte poetiche e di esse possiamo ricordare: “Poesie” (1836), “Edmenegarda” (1841), “Storia e fantasia” (1847) e “Rodolfo” (1853). La sua opera più interessante rimase “Edmenegarda”, in cui racconta la vicenda di amore passionale della protagonista che abbandona la famiglia per un amante e in seguito, pentita, trova il riscatto morale non nella comprensione del marito, ma nella preghiera e nel perdono di Dio.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA