22 maggio

Leggiamo …

Ecco il famoso “Proemio” con cui si apre “Storia d’Italia” di FRANCESCO GUICCIARDINI …

In quest’opera Guicciardini descrive il periodo delle “guerre d’Italia”, combattute tra Francia e Spagna per impadronirsi dell’Italia ed egli sottolinea la cecità e la poca saggezza dei principi italiani che furono parte attiva nel chiedere tali conflitti. A maggior ragione egli rimpiange la prematura scomparsa di Lorenzo de’ Medici che era l’unico principe in grado di garantire equilibrio in tutta la Penisola.

Tale era lo stato delle cose, tali erano i fondamenti della tranquillità d’Italia, disposti e contrapesati in modo, che non solo di alterazione presente non si temeva, ma né si poteva facilmente congetturare da quali consigli o per quali casi, e con quali armi si avesse a muovere tanta quiete(1). Quando, nel mese di aprile dell’anno mille quattrocento novantadue, sopravenne la morte di Lorenzo de’ Medici, morte acerba(2) a lui per l’età, perché morì non finiti ancora quarantaquattro anni, acerba alla patria, la quale, per la reputazione e prudenza sua e per l’ingegno attissimo a tutte le cose onorate e eccellenti(3), fioriva maravigliosamente di ricchezze, e di tutti quegli beni e ornamenti da’ quali suole essere nelle cose umane la lunga pace accompagnata(4). Ma e fu morte incomodissima al resto d’Italia(5), così per l’altre operazioni le quali da lui, per la sicurtà(6) comune, continuamente si facevano, come perché era mezzo a moderare e quasi uno freno ne’ dispareri e ne’ sospetti(7), i quali, per diverse cagioni tra Ferdinando e Lodovico Sforza, principi d’ambizione e di potenza quasi apri, spesse volte nascevano(8).

Note

  1. Non si poteva immaginare quali scelte o quali eserciti potevano turbare tale quiete
  2. morte prematura
  3. per l’ingegno adatto a tutte le migliori attività
  4. Firenze gode di tutti i vantaggi che normalmente la pace assicura
  5. morte dannosa per tutta l’Italia
  6. sicurezza
  7. era un moderatore per frenare le idee diverse e i sospetti
  8. tra Ferdinando, re di Napoli, e Ludovico il Moro, duca di Milano, vi erano contrasti per questioni dinastiche.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
A chi ha paura non basta l’armatura

MODO DI DIRE
Fare la faccia lunga: Assumere un’espressione offesa.

Biografia …

Il 22 MAGGIO 1540 muore FRANCESCO GUICCIARDINI, grande storiografo di inizio Cinquecento …

Francesco Guicciardini nasce a Firenze il 6 marzo 1483 e lì fa i primi studi proseguiti in diverse università italiane. Dapprima esercita la professione di avvocato ma poi intraprende la carriera diplomatica al servizio di Firenze e di vari Papi. Acquisisce quindi una grande esperienza politica osservando gli avvenimenti italiani ed europei. Ricopre anche incarichi di governatore di Modena e della Romagna. La sua intensa attività pubblica non gli impedisce di comporre numerose opere, tra le quali si possono ricordare: “Storie fiorentine” (1509), “Considerazioni sui Discorsi del Machiavelli” (1929), “Ricordi politici e civili” (pubblicata postuma) e la “Storia d’Italia” (1540). Guicciardini muore ad Arcetri, vicino a Firenze, il 22 maggio 1540. I “Ricordi” sono brevi considerazioni di carattere morale sui comportamenti degli uomini. Dalla sua vasta esperienza egli arriva alla convinzione che per capire i fatti storici occorre usare la “discrezione”, cioè la capacità di studiare a fondo le circostanze generali del periodo studiato, ma è anche necessario tener conto del proprio “particulare”, cioè i vantaggi che possono derivare dalla propria attività. Nella Storia d’Italia egli effettua un’amara analisi della decadenza del Paese, che, poco alla volta, perde la propria libertà cadendo sotto il dominio delle potenze straniere.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA