25 giugno

Leggiamo …

Dal famoso libro “Le mie prigioni” di SILVIO PELLICO si presenta il brano “Il carceriere Schiller” …

Questo famoso libro di memorie è il racconto della durezza della prigionia, dell’abbrutimento fisico e morale dei condannati. Pellico mostra la scelta disumana non tanto della privazione della libertà quanto della mancanza di rispetto della dignità umana che in quel carcere si adotta per piegare la volontà di ribellione e di lotta contro un potere autoritario e violento. L’opera diventa subito famosa e si presenta come un grande incoraggiamento alla lotta contro gli oppressori stranieri. In questo brano Pellico presenta la figura del suo carceriere, severo ma buono nell’animo, anche lui vittima come il prigioniero del sistema carcerario.

Acerbissima cosa dopo aver già detto addio a tanti oggetti, quando non si è più che due amici, egualmente sventurati, ah sì, acerbissima cosa è il dividersi! Maroncelli nel lasciarmi vedeami infermo e compiangeva in me un uomo ch’ei probabilmente non vedrebbe mai più: io compiangeva in lui un fiore splendido di salute, rapito forse per sempre alla luce vitale del sole. E quel fiore infatti oh come appassì!1 Rivide un giorno la luce, ma oh in quale stato! Allorché mi trovai solo in quell’orrido antro, e intesi serrarsi i catenacci, e distinsi, al barlume che discendeva da alto finestruolo, il nudo pancone datomi per letto ed una enorme catena al muro, m’assisi fremente2 su quel letto, e, presa quella catena, ne misurai la lunghezza, pensando fosse destinata per me. Mezz’ora dappoi, ecco stridere le schiavi; la porta s’apre: il capo carceriere mi porta una brocca d’acqua…Ei passeggiava lentamente su e giù, agitando quel villano mazzo di grosse chiavi, ed io con occhio irato mirava la sua gigantesca, magra, vecchia persona; e, ad onta de’ lineamenti non volgari del suo volto, tutto in lui mi sembrava l’espressione odiosissima d’un brutale rigore!

Note

  1. Maroncelli, compagno di prigionia di Pellico subisce in carcere l’amputazione di una gamba per cancrena e il suo equilibrio mentale rimane scosso
  2. mi sedetti furibondo

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Gatto rinchiuso diventa leone

MODO DI DIRE
Ricevere una fregatura: Essere imbrogliato.

Biografia …

Il 25 GIUGNO 1789 nasce a SALUZZO, SILVIO PELLICO, scrittore e grande patriota del Risorgimento …

Silvio Pellico, nasce a Saluzzo, vicino a Cuneo, il 25 giugno 1789, studia a Pinerolo e poi a Lione in Francia. Nel 1809 si reca a Milano e lì inizia la produzione letteraria che ha notevole risultato con la tragedia “Francesca da Rimini” (1815). Diventa il maggiore collaboratore del giornale il “Conciliatore” e quando gli Austriaci lo chiudono aderisce alla Carboneria. Scoperto, il Governo austriaco lo processa e lo condanna a scontare il carcere duro allo Spielberg, in Moravia, dove rimane per 8 anni. Liberato, appare distrutto nello spirito: non si occupa più di politica, vive di stenti e si rifugia in una fede religiosa rigida e ossessiva. Egli muore a Torino il 31 gennaio 1854. L’opera più famosa di Pellico è “Le mie prigioni”, in cui raccontando l’esperienza dolorosa del carcere egli denuncia la violenza ottusa di chi vuol reprimere la libertà dei popoli. L’atto di accusa alla ferocia degli Austriaci, si dice, costa ai dominatori dell’Italia più di una sconfitta militare. Dal libro emerge l’alta dignità morale di un prigioniero che soffre, ma dal suo patimento trova stimoli forti per dimostrare la giustezza delle idee per le quali si è battuto.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA