19 febbraio

Leggiamo …

In “Il nome della rosa” UMBERTO ECO descrive con efficacia il drammatico “Incendio dell’Abbazia” …

Il romanzo racconta di vicende avvenute nel 1327 in un’abbazia dell’Italia settentrionale, dove giunge Guglielmo di Baskerville insieme al suo allievo Adso di Melk, che racconta da vecchio tutta la storia. Guglielmo indaga su una serie di delitti avvenuti nell’abbazia e alla fine scopre che essi sono legati alla scomparsa di un libro dalla biblioteca e che esso ora si trova nella parte inaccessibile di essa dove si trovano le opere proibite a tutti perché trattano dell’argomento del “riso”. Il vecchio cieco Jorge da Burgos per evitare che il libro si ritrovi fuggendo provoca l’incendio che distrugge la biblioteca. Nel brano citato Eco descrive l’inizio dell’incendio che divora tutto.

Tutto il pianoro era in preda al disordine. Ma si era appena all’inizio della tragedia. Perché, uscendo dalle finestre e dal tetto, la nube ormai trionfante delle scintille, incoraggiata dal vento, stava ricadendo ovunque, toccando le coperture della chiesa…Essa prese fuoco in un tempo brevissimo. I monaci e la popolazione tutta del pianoro capirono allora che era in gioco la sopravvivenza stessa dell’abbazia, e tutti si misero a correre ancora più bravamente(1) e disordinatamente per far fronte al pericolo. Certo la chiesa era più accessibile e quindi più difendibile della biblioteca. La biblioteca era stata condannata dalla sua stessa impenetrabilità, dal mistero che la proteggeva, dall’avarizia(2) dei suoi accessi. La chiesa, aperta maternamente a tutti nell’ora della preghiera, a tutti era aperta nell’ora del soccorso. Ma non v’era più acqua, o almeno pochissima se ne poteva reperire depositata in quantità sufficiente, le sorgenti ne fornivano con parsimonia e lentezza non commisurata all’urgenza della bisogna. Tutti avrebbero potuto spegnere l’incendio della chiesa, nessuno sapeva ormai come. Inoltre il fuoco si era comunicato dall’alto, dove era difficile issarsi per battere le fiamme o soffocarla con terra stracci. E quando le fiamme arrivarono dal basso, era ormai inutile buttarvi terra o sabbia, ché il soffitto ormai rovinava sui soccorritori travolgendone non pochi.

Note

  1. con coraggio
  2. scarsità, numero limitato.

Biografia …

Il 19 FEBBRAIO 2016 muore UMBERTO ECO, una delle menti più lucide e acute del nostro tempo …

Umberto Eco nasce ad Alessandria il 5 gennaio 1932, fa studi liceali nella sua città e si laurea in Filosofia a Torino con una tesi sull’estetica di San Tommaso. Egli continua gli studi sul Medioevo e nel 1962 pubblica “Opera aperta” sulle novità di impostazione delle opere artistiche moderne. Il libro ha una grande influenza sul “Gruppo 63” che mira a rivoluzionare il modo di fare letteratura nel nostro tempo. Eco si interessa dei problemi della comunicazione e tiene corsi universitari su questo tema. E’ uno dei primi ad approfondire gli studi sulla semiologia e scrive un’opera fondamentale “Trattato di semiotica generale” (1975). Nel 1980 inizia la sua attività letteraria con il clamoroso successo di “Il nome della rosa” e seguono poi altri romanzi: “Il pendolo di Foucault” (1988), “L’isola del giorno prima” (1994) e “Baudolino” (2000). Eco nelle sue opere narrative racconta avvenimenti storici che s’intrecciano con tradizioni leggendarie e inserisce accesi dialoghi filosofici su argomenti vari. Nel suo romanzo più famoso “Il nome della rosa” fa una riflessione sul valore del “riso”, del divertimento e mette a confronto con abilità problemi di teologia, di contrasti ideologici e di mistero con una impostazione di indagine poliziesca su diversi omicidi accaduti in un’abbazia. Eco muore a Milano il 19 febbraio 2016.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
A lacrime di erede è matto chi ci crede

MODO DI DIRE
Lavare la testa all’asino: Compiere un gesto inutile.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA