14 marzo

Leggiamo …

Da “Morgante Maggiore” di LUIGI PULCI ecco la divertente scena di “Morgante e Margutte” …

Pulci presenta l’incontro tra i due protagonisti dell’opera.
Soprattutto Margutte, un gigante-nano, è una creazione originale del poeta che non trova precedenti

Giunto Morgante un dì in su ‘n un crocicchio,
uscito d’una valle in un gran bosco
vide venir di lungi per ispicchio(1)
un uom che il volto parea tutto fosco.
Dette del capo del battaglio un picchio(2)
in terra, e disse: “Costui non conosco”;
e posesi a sedere in su ‘n un sasso,
tanto che questo capitoe al passo(3).
Morgante guata le sue membra tutte
più e più volte dal capo alle piante,
che gli pareano strane, orride e brutte.
“Dimmi il tuo nome”, dicea, “viandante”.
Colui rispose: “Il mio nome è Margutte,
ed ebbi voglia anco io d’esser gigante,
poi mi penti’ quando al mezzo fu’ giunto;
vedi che sette braccia sono appunto”(4).

Note

  1. senza distinguerlo bene
  2. Morgante ha come arma un battaglio di campana
  3. tanto che = finché
  4. Margutte è un gigante-nano perché è cresciuto a metà e perciò è alto solo 4 metri.

Biografia …

Il 14 MARZO 1481 LUIGI PULCI riceve la nomina di Governatore di Val Lugana …

Luigi Pulci nasce a Firenze il 15 agosto 1432 da famiglia nobile ma in crisi economica e perciò non può fare studi d’alto livello. Accolto nell’ambiente di Lorenzo il Magnifico ha la possibilità di conoscere e frequentare grandi letterati. Partito da Firenze entra al servizio del capitano di ventura Roberto di San Severino, il quale il 14 marzo 1481 gli affida l’incarico di capitano di Val di Lugana, suo antico feudo. Pulci ammalatosi durante un viaggio a Padova muore in quella città l’11 novembre 1484. Pulci appare estraneo alla cultura e alla letteratura umanistica, cura invece la tradizione popolare e scrive opere e poesie ricche di umorismo, di gusto semplice e spesso ironico. La sua opera più grande è il “Morgante Maggiore”, un poema epico di impostazione comica. Egli prende spunto da un “cantare popolare” (“Orlando”) che raccontava le imprese dei paladini di Carlo Magno, ma  fa una divertente parodia di quella materia seria, anche perché a Firenze non esiste più una nobiltà legata ai valori della cavalleria feudale. I personaggi dell’opera sono paradossali, giganti e giganti-nani, protagonisti di avventure assurde, nelle quali emerge sempre il tema della fame insaziabile e delle mangiate interminabili. Quest’opera sarcastica voleva essere anche parodia della letteratura colta e non a caso l’autore sceglie un linguaggio popolano usato dai ceti bassi della società.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Ogni medaglia ha il suo rovescio

MODO DI DIRE
Cambiare casacca: Cambiare idea, opinione secondo la convenienza.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA