8 novembre

Leggiamo …

Da “Linea della vita” di GIORGIO VIGOLO l’angosciante la poesia “Mura” sul senso di isolamento del poeta …

Si presenta in questo brano il confronto di sensazioni diverse tra la paura di bambino di essere travolto dalle alte mura in un silenzio angoscioso e la riflessione di adulto sulla solitudine dell’uomo e sull’eternità sonnolenta della presenza dell’uomo nella storia.

Da Linea della vita
Mura

Mura ch’io vidi in un sogno d’infanzia
cadermi addosso a strapiombo di torri,
a blocchi d’ocra fulva e di tufo
sulla silenziosa via del sonno (1),

vi ritrovo, passati tanti anni,
lungo la stessa strada sonnolenta,
altissime mura deserte di voci (2);
tremano al cielo pochi fili d’erba.

Per miglia e miglia un sentiero solingo
circonda le altissime mura di sonno (3):
immobile il sole vi batte sul giallo
e ferma è l’ora in un colore eterno (4).

Note:

  1. Guardando dal basso le alte mura sembra che cadano agli occhi impauriti del bambino.
  2. Dopo tanti anni il poeta ritrova le stesse mura isolate e silenziose.
  3. Non è sonno fisico ma sonnolenza del lento trascorrere del tempo.
  4. È l’eternità dell’assenza di tempo in questa contemplazione della solitudine dell’uomo.

Biografia …

L’8 NOVEMBRE 1923 GIORGIO VIGOLO pubblica l’importante raccolta poetica “La città dell’anima” …

Giorgio Vigolo nasce a Roma il 3 dicembre 1894. Egli fa parte di quella che alcuni definiscono “Scuola Romana”, cioè quel gruppo di intellettuali e letterati che fanno della loro appartenenza alla città una ragione di vita e di arte. Egli, infatti, nel 1931 cura una prima antologia dei sonetti di Gioacchino Belli. Collabora con la rivista “La Voce” e con “L’Italia Letteraria” dimostrando notevole personalità di critica letteraria. Fondamentale per Vigolo è la sua prima raccolta poetica, La città dell’anima, pubblicata l’8 novembre 1923, nella quale egli evidenzia la difficoltà dell’uomo moderno di dare un significato chiaro alla propria esistenza. Nel secondo dopoguerra svolge l’attività di critico musicale per le riviste “Epoca” e “Il Mondo” e continua la sua produzione letteraria: la raccolta poetica Canto del destino (1959), la raccolta di racconti Le notti romane (1960) e l’unico romanzo La Virgiliana (1982). Vigolo nelle sue poesie esalta i luoghi della sua infanzia, quella Roma ricca di storia e di suggestioni mitiche, ma in altri momenti esprime pessimismo sul destino dell’uomo travolto dalle tragedie del suo tempo. Egli muore a Roma il 9 gennaio 1983.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Chi va al mulino s’infarina: Si hanno le conseguenze di ciò che si fa.

MODO DI DIRE
Farla finita: Mettere un termine, smetterla.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA