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Il 21 febbraio 1923 va in scena al Teatro degli Indipendenti di Roma il dramma di Luigi Pirandello “L’uomo dal fiore in bocca”. L’opera teatrale ha un unico atto e si può dire che presenta un unico attore che ha come un soliloquio dato che l’interlocutore è un avventore del bar della stazione che si limita ad ascoltare. La trama è semplice e drammatica allo stesso tempo: il protagonista scopre di avere un tumore che lo condanna alla morte in poco tempo e quindi osserva la vita da un nuovo e sconvolgente punto di vista. La vicenda mette a confronto la vita insignificante dell’interlocutore e l’esperienza nuova e tragica del protagonista, che, consapevole della fine imminente, riflette sul valore della vita e dei suoi misteri. La stessa morte, che per tutti è qualcosa di lontano e di non programmato, diventa per il protagonista una presenza inquietante e al tempo stesso istruttiva perché fa scoprire il vero senso dell’esistenza umana. Il dramma di Pirandello presenta alcune tematiche care all’autore come quella dell’incomunicabilità perché il protagonista sembra non riuscire a trasmettere all’avventore la sua tragica condizione ed inoltre si approfondisce il tema di come tutto nella vita è relativo dato che si vivono le esperienze in modo diverso a seconda delle circostanze.