21 aprile

Nel mondo dello spettacolo e dello sport …

Il 21 APRILE 1924 muore la leggendaria attrice di teatro Eleonora Duse …

Eleonora Duse nasce a Vigevano, vicino a Pavia, il 30 ottobre 1858, in una famiglia di attori di circo.Segue i genitori nel loro girovagare e recita giovanissima in una riduzione teatrale di “I miserabili” di Victor Hugo. A vent’anni nel 1878 entra nella compagnia Ciotti-Belli Blanes e interpreta in modo magistrale la “Teresa Raquin” di Emile Zola. Nel 1879 entra nella compagnia di Cesare Rossi a Torino e riesce a stabilire le linee fondamentali della sua recitazione. Vista la mancanza di testi italiani adeguati predilige le opere francesi di Victorien Sardou e di Alexandre Dumas figlio. Le vicende congeniali alla Duse sono quelle del mondo borghese del quale essa riesce a mettere a nudo l’ipocrisia, un mondi perbene all’apparenza e corrotto nel profondo. Un mondo che ama il denaro e il prestigio e tralasscia  i valori più profondi. Solo le opere di Giuseppe Giacosa la ispirano inmodo significativo ed infatti le interpreta con grande passione. Fondamentale per lei è la relazioe con Gabriele D’Annunzio, el quale interpreta le opere: “La Gioconda”, “Francesca da Rimini”, “La città morta” e “La figlia di Iorio”. Fu la prima ad interpretare in Italia i testi teatrali di Enrik Ibsen “Casa di bambola” e “La donna del mare”. La Duse riscuote grande successo anche all’estero e muore in una tournée a Pittsburgh, negli USA, il 21 aprile 1924.

Il 21 APRILE 1930 nasce la dinamica e seducente attrice Silvana Mangano …

Silvana Mangano nasce a Roma il 21 aprile 1930, partecipa con piccole parti a qualche film e vince un concorso di bellezza a Roma. Segue un corso di recitazione dove incontra Marcello Mastroianni col quale stringe una sincera amicizia. L’inizio di una lunga grande carriera inizia nel 1949 con il film “Riso amaro” di Giuseppe De Santis, che la fa conoscere come grande attrice e sex symbol degli anni Cinquanta. La Mangano oltre alla sua esplosiva bellezza mostra una recitazione passionale ed istintiva ed alterna con naturalezza un sorriso solare e smagliante con un viso di dolente sofferenza che accentua le situazioni drammatiche vissute. Essa rifiuta tutte le altre forme di spettacolo e sceglie con cura le opere in cui esibirsi, che sono sempre d’alto livello. Del primo periodo sono importanti i film: “Mambo” (1954) di Robert Rossen, “Ulisse” (1954) di Mario Camerini, “La tempesta” (1958) di Alberto Lattuada, “La grande guerra” (1959) di Mario Monicelli e “Jovanka  e le altre” (1960) di Martin Ritt. A questo punto della carriera essa cambia tipo di presenza recitativa e diventa la donna volitiva e combattiva che si batte per ciò in cui crede. E allora ecco film diversi da prima: “Barabba” (1961) di Richard Fleischer, “Il processo di Verona” (1963) di Carlo Lizzani, “Edipo re” (1967) di Pier Paolo Pasolini e “Morte a Venezia” (1971) di Luchino Visconti. La Mangano muore a Madrid il 16 dicembre 1989.

Il 21 APRILE 1920 nasce l’appassionato compositore e direttore d’orchestra Bruno Maderna …

Bruno Maderna nasce a Sant’Anna di Chioggia, vicino a Venezia, il 21 aprile 1920 e si dimostra subito ragazzo prodigio per la sua abilità nell’uso del violino. Frequenta i Conservatori di Milano, Roma e Venezia e si diploma in composizione nel 1940. Partecipa alla resistenza e nel dopoguerra inizia ad insegnare composizione a Conservatorio di Venezia. Maderna è un compositore che prova varie tendenze di musica dato che passa dal neoclassicismo alla musica dodecafonica e alle prove di musica elettronica. La sua tendenza melodica emerge comunque sempre in opere che i critici giudicano molto bene: “Requiem per quattro voci”, “Concerto per due pianoforti percussione e due arpe”, “Quartetto per archi”. Egli senza interrompere l’attività compositiva si fa apprezzare come grande direttore abile soprattutto nell’eseguire le opere di Pierre Boulez, Luigi Nono  e Stockhausen. Egli ha successo particolare in Germania e Austria, dove dirige spesso a Salisburgo. Maderna muore a Darmstadt, in Germania, il 13 novembre 1973.

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