20 marzo

Nel mondo dello spettacolo e dello sport …

Il 20 MARZO 1915 va in scena la prima dell’opera lirica di Ildebrando Pizzetti “Fedra” …

Il 20 marzo 1915 al Teatro alla Scala di Milano va in scena la prima di “Fedra” opera lirica di Ildebrando Pizzetti, su libretto di Gabriele D’Annunzio. La rappresentazione ottiene un buon successo nonostante l’interprete di Fedra, il soprano Solomiya Krusceniski, mostri una voce affaticata per la difficoltà della partitura. Pizzetti per quest’opera vuole recuperare l’impostazione dell’opera lirica delle origini e pertanto la voce dei cantanti deve competere con il pieno suono dell’orchestra. Tale impostazione richiede uno sforzo eccezionale agli interpreti. Pizzetti affida poi al coro il compito che aveva nella tragedia greca, cioè il ruolo di elemento dialogante con i personaggi ed anche quello di riflessione morale sugli avvenimenti che accadono. La vicenda narra di Fedra, moglie di Teseo, che ama il figliastro Ippolito. Teseo torna dalla guerra contro Tebe e porta una schiava in dono a figlio. Fedra per gelosia uccide la schiava e all’irato Ippolito rivela il suo amore, ma quello la respinge. Fedra davanti a Teseo accusa Ippolito di avere tentato di sedurla e Teseo maledice il figlio. Ippolito rimane ucciso dal proprio cavallo e allora Fedra disperata rivela la verità a Teseo e si uccide sul corpo del giovane.

Il 20 MARZO 1890 nasce il leggendario tenore BENIAMINO GIGLI …

Beniamino Gigli nasce a Recanati, vicino a Macerata, il 20 marzo 1890, mostra fin da ragazzo doti canore di rilievo, per le difficoltà economiche riesce a studiare con fatica e nel 1914 esordisce in un concerto all’Accademia di Santa Cecilia a Roma. Inizia così una carriera che fa di lui uno dei più grandi tenori del Novecento. Gigli possiede una voce molto melodica, armoniosa, non molto estesa ma ricca di sfumature soprattutto nei pianissimi e dal timbro inconfondibile.
Si esibisce nei più grandi teatri italiani in opere come “Mefistofele” di Arrigo Boito, in “Tosca” di Puccini, in “La Favorita” di Donizetti. Nel 1920 fa il suo esordio al Metropolitan di New York e diventa l’erede di Enrico Caruso per più di 10 anni. Predilige il repertorio di Verdi in opere come “Aida”, “Il Trovatore” e “Un ballo in maschera”. Per la crisi economica dopo il 1932 non fa più trasferte in USA si concentra in impegni in Italia e in Europa dove canta a Londra e a Vienna dove canta in una famosa “Aida” sotto la direzione di Victor De Sabata. Negli anni Cinquanta dirada le sue esibizioni per motivi di salute ed egli muore a Roma il 30 novembre 1957.

Da “Norma” di Bellini ecco la romanza spesso cantata da BENIAMINO GIGLI “Meco all’altar di Venere” …

Meco all’altar di Venere
era Adalgisa in Roma,
cinta di bende candide,
sparsa di fior la chioma(1)
Quando fra noi terribile
viene a locarsi(2) un’ombra
l’ampio mantel druidico
come un vapor l’ingombra(3);
cade sull’ara il folgore,
d’un vel si copre il giorno(4)
muto si spande intorno
un sepolcrale orror(5)
Più l’adorata vergine
io non mi trovo accanto…
Ed una voce orribile
eccheggia(6) in fondo al tempio:
“Norma così fa scempio(7)
d’amante traditor”.

Note

  1. la testa
  2. a porsi
  3. vestito del mantello dei Galli
  4. il giorno si oscura
  5. paura di morte
  6. risuona
  7. si vendica
VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA