31 marzo

Leggiamo …

Da “Poesie” di GIUSEPPE GIUSTI è certamente molto divertente la poesia “Sant’Ambrogio” …

Giusti ironicamente si rivolge ad un ipotetico funzionario per raccontare il “caso” che gli capita a Sant’Ambrogio.
Vi trova dei soldati austriaci e dapprima sente una forte avversione ma quando li sente cantare con commozione un canto religioso nella loro lingua il poeta cambia idea.
Il poeta giudica anch’essi vittime e si sente umanamente vicino a loro.

Vostra Eccellenza che mi sta in cagnesco(1)
per que’ pochi scherzucci di dozzina(2),
e mi gabella(3) per anti-tedesco
perché metto le birbe alla berlina(4),
o senta il caso avvenuto di fresco
a me, che, girellando una mattina,
càpito in sant’Ambrogio di Milano,
in quello vecchio, là, fuori di mano.
M’era compagno il figlio giovinetto
d’un di que’ capi un po’ pericolosi,
di quel tal Sandro, autor di un romanzetto
ove si tratta di Promessi Sposi(5)
Che fa il nesci(6), Eccellenza? O non l’ha letto?
Ah, intendo: il suo cervel, Dio lo riposi,
in tutt’altre faccende affaccendato,
a questa roba è morto e sotterrato(7).

Note

  1. mi guarda con disprezzo
  2. per quelle piccole poesie alla buona
  3. mi giudica
  4. prendo in giro i poco di buono
  5. Alessandro Manzoni
  6. fa finta di non capire?
  7. sarcasmo sull’Eccellenza ignorante di letteratura.

Biografia …

 Il 31 MARZO 1850 muore GIUSEPPE GIUSTI, ironico e divertente poeta dell’Ottocento …

Giuseppe Giusti nasce a Monsummano Terme, vicino a Pistoia, il 12 maggio 1809 e pur laureandosi in Giurisprudenza non esercita la professione per le notevoli disponibilità familiari. La sua vita semplice e un po’ anonima ha un risveglio durante i moti del 1848-’49, quando partecipa alle lotte contro il governo del Granduca. Falliti i moti si ritira nella sua vita di sempre e, poco dopo, muore  di tisi a Firenze il 31 marzo 1850.  Giusti è un poeta satirico che scrive poesia ironica e sarcastica per colpire i vizi soprattutto  dei potenti, degli oppressori e degli ipocriti. Le sue opere più famose sono “Il brindisi di Girella”, “Il re Travicello” e soprattutto gli “Scherzi”. La sua poesia satirica non vuole essere educativa o moraleggiante, non aspira cioè a proporre un modello di comportamento ideale. Egli si limita a creare dei prototipi ridicoli di sovrani inetti, di prepotenti ottusi, di intellettuali ipocriti. Il suo disimpegno politico dà largo spazio alla battuta feroce, alla caricatura violenta e graffiante, ottenuta con linguaggio toscano semplice ma di grande forza comunicativa.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Chi non comincia non finisce

MODO DI DIRE
Sotto la suola delle scarpe: Sotto il livello minimo accettabile.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA