29 maggio

Leggiamo …

Da “L’estate di San Martino” di CARLO BETOCCHI proponiamo la poesia “Il tempo ci rapisce, il cielo è solo” …

In questa poesia il poeta considera la sua esistenza che si avvia alla vecchiaia, alla conclusione del suo cammino. Le rondini sono simbolo del volo verso il passato alla ricerca di qualche ricordo, di qualche sensazione della giovinezza e questo spinge non tanto a rivivere qualche sentimento antico ma a fare un bilancio della propria esistenza.

Il tempo ci rapisce, il cielo è solo
anche di queste rondini che il volo
intrecciano, pericolosamente,
come di chi va cercando nella mente
qualche nome perduto…e il ritrovarlo
nemmeno conta, poiché ormai è già sera.
Eh sì! s’invecchia, e ritorna più vera
la vita che già fu, rosa da un tarlo…
un tarlo che la monda. E vien la sera.
E i pensieri s’intrecciano, e le rondini.
E non siamo più noi; siamo i profondi
cieli dell’esistenza, ahi come intera
e profondissima, cupa, nel suo indaco.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Se dai un dito, si prende la mano

MODO DI DIRE
Essere una lince: Avere la vista acutissima.

Biografia …

Il 29 MAGGIO 1932 CARLO BETOCCHI pubblica l’opera “Realtà vince il sogno” …

Carlo Betocchi nasce a Torino il 23 gennaio 1899, da ragazzo si trasferisce a Firenze dove studia e consegue il diploma di geometra. Partecipa alla guerra e poi svolge la sua professione di geometra in società di costruzioni che gli consente di fare viaggi in Francia. Ritornato a Firenze collabora a varie riviste e fonda con Piero Bargellini la rivista “Frontespizio”, di impostazione cattolica. Nel mentre egli comincia la sua attività di poeta e rimane molto importante la sua prima raccolta “Realtà vince sogno” pubblicata il 29 maggio 1932, perché in essa egli già indica le linee generali della sua produzione. Inizia anche la sua attività di insegnante di Letteratura Italiana prima al Conservatorio di Trieste e poi in quello di Firenze. Altre sue importanti raccolte poetiche sono: “Un ponte nella pianura” (1953), “Prime e ultimissime” (1974) e “Poesie del sabato” (1980). Betocchi muore a Bordighera, vicino ad Imperia, il 25 maggio 1986. Fin dalla sua prima raccolta Betocchi dà un’impronta religiosa alla sua poesia perché egli si sente parte integrante del creato e vuole cogliere la bellezza degli elementi della natura superando quello che è il “sogno”, cioè una falsa idea della realtà. Egli sa cogliere come Pascoli il fascino delle piccole cose perché in esse può scoprire l’essenza dell’esistenza di tutti gli esseri dell’Universo. Questo entusiasmo di vita e di serenità è un po’ offuscato nella parte conclusiva delle sue opere quando emerge la constatazione ineluttabile del dolore.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA