27 maggio

Leggiamo …

Da “Il giorno della civetta” di LEONARDO SCIASCIA un brano i cui si indicano i metodi di lotta alla mafia …

In questo romanzo Sciascia racconta di un capitano dei Carabinieri del Nord Italia che combatte contro il potere della mafia e si rende conto che i metodi tradizionali contro la malavita organizzata in Sicilia non sono validi. In questo brano egli pensa che bisogna colpire la malavita solo con l’accusa di evasione fiscale che certamente avrebbe più successo.

“Questo è il punto – pensò il capitano – su cui bisognerebbe far leva. È inutile tentare di incastrare nel penale un uomo come costui: non ci saranno mai prove sufficienti, il silenzio degli onesti e dei disonesti lo proteggerà sempre. Ed è inutile, oltre che pericoloso, vagheggiare una sospensione dei diritti costituzionali. Un nuovo Mori1 diventerebbe subito strumento politico-elettoralistico; braccio non del regime, ma di una fazione del regime: la fazione Mancuso-Livigni o la fazione Sciortino-Caruso. Qui bisognerebbe sorprendere la gente nel covo dell’inadempienza fiscale, come in America. Ma non soltanto le persone come Mariano Arena; e non soltanto qui in Sicilia. Bisognerebbe di colpo piombare sulle banche; mettere mani esperte nella contabilità, generalmente a doppio fondo, delle grandi e delle piccole aziende; revisionare i catasti. E tutte quelle volpi, vecchie e nuove, che stanno a sprecare il loro fiuto dietro le idee politiche o le tendenze o gli incontri dei membri più inquieti di quella grande famiglia che è il regime, e dietro i vicini di casa della famiglia, sarebbe meglio si mettessero ad annusare alle ville, le automobili fuori serie, le mogli, le amanti di certi funzionari: e confrontare quei segni di ricchezza agli stipendi, e tirarne il giusto senso. Soltanto così ad uomini come don Mariano comincerebbe a mancare il terreno sotto i piedi…In ogni altro paese del mondo, una evasione fiscale come quella che sto costatando sarebbe duramente punita: qui don Mariano se ne ride, sa che non gli ci vorrà molto ad imbrogliare le carte”.

Note

  1. il prefetto Mori anni prima aveva tentato di combattere la mafia con metodi duri senza però riuscire nell’obbiettivo
  2. gruppi di potere politico e di affari.

Biografia …

Il 27 MAGGIO 1956 LEONARDO SCIASCIA pubblica “Le parrocchie di Regalpetra” …

Leonardo Sciascia nasce Racalmuto, vicino ad Agrigento, l’8 gennaio 1921, da ragazzo si trasferisce a Caltanissetta e lì si diploma all’Istituto Magistrale. Legge molto gli autori della letteratura francese, si impiega al Consorzio Agrario del suo Paese e poi per qualche anno insegna nelle scuole elementari. Comincia a scrivere i primi racconti e alcuni saggi su Pirandello, ma la data importante della sua attività di scrittore è il 27 maggio 1956, quando pubblica “Le parrocchie di Regalpetra”, la sua prima opera di successo nella quale racconta la sua esperienza di maestro. Seguono poi le opere che lo rendono famoso come grande scrittore: “Il giorno della civetta” (1961), “A ciascuno il suo” (1966), “Il contesto” (1971) e “Todo modo” (1974). Nello stesso tempo collabora con quotidiani e riviste intervenendo in modo critico sui problemi dell’Italia di quegli anni. Egli muore a Palermo il 20 novembre 1989. Sciascia sente un forte legame con la sua terra, la Sicilia, assillata dai suoi problemi di corruzione, di malavita e di malgoverno che in essa si manifestano. Nei suoi scritti si avverte il contrasto tra l’ottimismo di chi spera che tali problemi si possano risolvere e il pessimismo della ragione che indica la quasi impossibilità di ottenere risultati positivi. In lui si manifesta sempre una grande passione civile di ricerca della verità e accanto alla sua costante denuncia dei mali d’Italia esprime la speranza che le nuove generazioni sappiano capire il valore dell’onestà.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Ogni giorno la sua pena

MODO DI DIRE
Prendere una papera: Sbagliarsi nella pronuncia.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA