27 febbraio

Leggiamo …

In “Il sergente nella neve” MARIO RIGONI STERN ci presenta il commovente “Incontro con i nemici” …

In questo romanzo Rigoni Stern racconta la drammatica ritirata delle truppe italiane dalla Russia dopo la sconfitta militare. Lo stile narrativo dell’autore è semplice perché egli vuol fa parlare i fatti che parlano in maniera efficace anche con un linguaggio lineare e  non ricercato. Esempio molto chiaro di ciò è il brano che si propone. Le frasi sono molto brevi e semplici, ma il racconto diventa vivo e di grande tensione proprio perché il fatto eccezionale presentato attira l’attenzione del lettore e gli fa dimenticare lo stile dimesso usato dallo scrittore.

Corro e busso alla porta di un’isba(1). Entro. Vi sono dei soldati russi. Dei prigionieri? No. Sono armati. Con la stella rossa sul berretto! Io ho in mano il fucile. Li guardo impietrito. Essi stanno mangiando intorno alla tavola. Prendono il cibo con il cucchiaio di legno da una zuppiera comune. E mi guardano con i cucchiai sospesi a mezz’aria. “Mnié khocetsia iest”(2) dico. Vi sono anche delle donne. Una prende un piatto, lo riempie di latte e miglio, con un mestolo, dalla zuppiera di tutti, e me lo porge. Io faccio un passo avanti, mi metto il fucile in spalla e mangio. Il tempo non esiste più. I soldati russi mi guardano. Le donne mi guardano. I bambini mi guardano. Nessuno fiata. C’è solo il rumore del mio cucchiaio nel piatto. E d’ogni mia boccata. “Spaziba”(3), dico quando ho finito. E la donna prende dalle mie mani il piatto vuoto. “Pasausta”(4), mi risponde con semplicità. I soldati russi mi guardano uscire senza che si siano mossi. Nel vano dell’ingresso vi sono delle arnie(5). La donna che mi ha dato la minestra, è venuta con me come per aprirmi la porta e io le chiedo a gesti di darmi un favo di miele per i miei compagni. La donna mi dà il favo e io esco. Così è successo questo fatto. Ora non lo trovo affatto strano, a pensarvi, ma naturale di quella naturalezza che una volta dev’esservi stata tra gli uomini. Dopo la prima sorpresa tutti i miei gesti furono naturali, non sentivo nessun timore, né alcun desiderio di difendermi o di offendere. Era una cosa molto semplice. Anche i russi erano come me, lo sentivo. In quell’isba si era creata tra me e i soldati russi, e le donne e i bambini un’armonia che non era un armistizio. Era qualcosa di più del rispetto che gli animali della foresta hanno l’uno per l’altro. Una volta tanto le circostanze avevano portato degli uomini a saper restare uomini.

Note

  1. Casa di campagna russa
  2. richiesta di cibo
  3. Grazie
  4. di niente
  5. ricovero artificiale per le api.

Biografia …

Il 27 FEBBRAIO 1953 MARIO RIGONI STERN pubblica il romanzo autobiografico “Il sergente nella neve” …

Mario Rigoni Stern nasce ad Asiago, vicino a Vicenza, il 1° novembre 1921, vive sull’Altopiano di Asiago con la famiglia dedita alla pastorizia e all’artigianato. Nel 1938 si arruola volontario alla Scuola Militare di Alpinismo e partecipa alla guerra dapprima in Albania e in Grecia e poi in Russia. Vive l’esperienza terribile della ritirata dalla Russia e poi la prigionia sotto i tedeschi. Ritornato in Italia alla fine della guerra diventa impiegato comunale e poi si dedica all’attività letteraria. Rigoni Stern comincia la sua attività di scrittore con quello che tutti considerano il suo capolavoro, “Il sergente nella neve”, che si pubblica il 27 febbraio 1953. Altre sue opere sono “Ritorno sul Don” (1973) e “Uomini, boschi e api” (1980). Rigoni Stern nella sua opera più famosa racconta la drammatica vicenda della disfatta militare in Russia e con stile semplice ma efficace illustra i particolari di sofferenza, incertezza e capacità di resistenza dei soldati. Egli evita sempre la facile commozione e fa diventare il racconto un’avventura eroica sostenuta dall’istinto di sopravvivenza. Rigoni Stern è un amante della natura, ma in essa vede spesso un avversario severo che bisogna capire e rispettare. Il romanzo del “sergente” diventa un grande successo perché l’autore non presenta la sua esperienza come “mito” di coraggio ma come vicenda umana di individui che sanno soffrire per compiere il loro dovere. Rigoni Stern muore ad Asiago il 16 giugno 2008.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Mal comune mezzo gaudio

MODO DI DIRE
Versare lacrime di coccodrillo: Mostrare un dispiacere che non si prova.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA