26 aprile

Leggiamo …

Dalla raccolta poetica “L’asso di picche” di MARIO TOBINO ecco la poesia “Beato chi semplice vive” …

Questa poesia si può definire il “discorso della
montagna laico”, il discorso delle beatitudini delle
persone umili. La felicità ha mille modi di realizzarsi
e le persone semplici sono serene e contente anche per
piccole soddisfazioni quotidiane. Tobino che per
professione ha visto molto dolore arriva alla conclusione
che la serenità è il bene più grande perché se non altro
consente una vita senza drammi e senza sofferenza.

Beato il contadino,
lui lavora il campo che brilla,
nel cielo che fa festa;
beato il navigante,
lui tranquillo aspetta sulla prua
che il delfino innocente si avvicini.
Beato chi vive come il fiume
secondo che dice natura.
Beato chi semplice vive
felice per un cibo profumato
dopo la fatica del giorno.
Beato l’umile che sorride
per un’altra sera
che gli è dato di vedere,
e la notte immensa l’avvolge
e l’inonda di serena speranza.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
La superbia andò a cavallo e tornò a piedi

MODO DI DIRE
Fare il gatto e la volpe: Spalleggiarsi a vicenda.

Biografia …

Il 26 APRILE 1953 MARIO TOBINO pubblica “Le libere donne di Magliano” …

Mario Tobino nasce a Viareggio, vicino a Lucca, il 16 gennaio 1910, fa studi liceali a Massa e nel 1936 si laurea in Medicina a Bologna. Dopo il servizio militare si specializza in Neurologia, Psichiatria e Medicina Legale e svolge una lunga attività in Ospedali Psichiatrici. Tobino però sente grande ispirazione letteraria e quindi scrive poesie e romanzi che hanno molto successo. Partecipa alla Resistenza e alla conclusione della guerra continua la sua attività professionale di medico psichiatrico e la sua produzione letteraria. Data importante della sua carriera letteraria è il 26 aprile 1953 quando pubblica il romanzo più famoso “Le libere donne di Magliano”. Molto importanti sono anche “Il clandestino” (1962) che ottiene il premio Strega, “Per le antiche scale” (1972) che riceve il Premio Campiello e “La bella degli specchi” celebrato con il Premio Viareggio. Molto interessante è la sua raccolta di poesie “L’asso di picche” (1955). Egli muore ad Agrigento l’11 dicembre 1991. Tobino nelle sue opere trasferisce le sue conoscenze professionali di psichiatra e dimostra grande capacità di analisi psicologica dei suoi personaggi. Spesso egli descrive il dolore non cosciente dei malati di mente e il senso di pietà  per esistenze che non hanno più niente di umano. La sua sensibilità dolente diventa l’elemento più significativo di pagine commoventi e tragiche.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA