20 marzo

Leggiamo …

Da “Memoriale” di PAOLO VOLPONI si presenta il brano “Il dominio delle macchine” …

Il romanzo presenta il protagonista Albino Saluggia, un contadino che va a lavorare in una fabbrica e manifesta segni di “alienazione”, cioè una malattia psicologica che non consente di dare giusto valore alla propria personalità. Volponi effettua un’analisi spietata degli effetti disastrosi del lavoro ripetitivo di fabbrica e Saluggia ne paga le gravi conseguenze. Nel brano riportato Saluggia racconta dell’inizio del suo lavoro e dell’applicazione maniacale che egli mette nel lavoro e che lo porteranno alla malattia.

Il giorno in cui cominciai a lavorare da solo alla fresatrice(1), più del padrone, odiavo tutti i compagni. Speravo che le loro macchine s’inceppassero e tagliassero malamente i pezzi. Questo odio m’aiutava a lavorare e mi dava l’ambizione di riuscire a fare meglio degli altri. Prendevo il grezzo(2) dalla cassetta come fosse un nemico da sgominare e lo riponevo finito che ormai gli ero affezionato come una parte di me stesso. Il rumore della fresatrice mi tirava nella lotta e più la sentivo mordere più m’infervoravo nel lavoro. Il suo rumore, i suoi tagli, mi convincevano aspramente di saper lavorare; davano alle mie mani una forza che non avevano mai avuto, anche se mi ero accorto che le mie mani più che guidarla erano trascinate dalla macchina. Grosset(3) si avvicinava spesso al mio posto. Un giorno mi guardò per qualche secondo e poi passandomi una man sulla spalla, mi disse: “Non prendere il lavoro come un nemico”, soggiunse, “o non durerai a lungo. E non farne nemmeno l’unica ragione della tua vita”. Siccome la sua benevolenza andava oltre la confidenza, per non sentirmi troppo in debito, dissi anch’io: “Si lavora per un padrone”. “Per più d’uno” rispose Grosset, “ma siccome il lavoro è per forza una parte della tua vita, cerca di non rovinartela”. E se ne andò senza guardare nella cassetta la qualità dei pezzi finiti.

Note

  1. macchia usata per la lavorazione in forme complesse di parti metalliche
  2. il pezzo non lavorato
  3. il caporeparto.

Biografia …

Il 20 MARZO 1962 PAOLO VOLPONI pubblica il suo primo romanzo “Memoriale” …

Paolo Volponi nasce ad Urbino il 6 febbraio 1924, si laurea nella sua città in Giurisprudenza nel 1947 e qualche anno dopo entra alla Olivetti di Ivrea come direttore dei servizi sociali. Conosce e collabora quindi con Adriano Olivetti, moderno imprenditore, sensibile ai problemi dei lavoratori. Nel 1972 passa alla FIAT come esperto di relazioni industriali e vi rimane per diversi anni. Volponi quindi è uno scrittore che conosce direttamente il mondo della produzione e di tale esperienza egli fa tesoro nella sua attività di scrittore. Volponi all’inizio si dedica alla poesia con le raccolte “Il ramarro” (1948) e “L’antica moneta” (1955). Ma la sua vocazione di narratore si mostra evidente il 20 marzo 1962 quando pubblica il suo primo romanzo “Memoriale”. Seguono altre opere significative come “La macchina mondiale” (1965) e “Corporale” (1974). Volponi nelle sue opere presenta personaggi “alienati”, “esclusi” dalla società che scelgono consapevolmente questa loro condizione. Essi sono coscienti della loro esistenza di oppressione che subiscono nella società industriale e si isolano proprio per sopravvivere in questo mondo  che distrugge la personalità. Volponi in questi personaggi vede se stesso ed in generale il ruolo dell’intellettuale che deve conservare il suo spirito critico. Egli muore ad Ancona il 23 agosto 1994.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Chi è in difetto è in sospetto

MODO DI DIRE
A stento: A fatica, con difficoltà; appena, a malapena.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA