19 aprile

Leggiamo …

Da “Il diavolo di Pontelungo” di RICCARDO BACCHELLI proponiamo la buffa scena di “La rivolta” …

Questo brano si riferisce al tentativo degli anarchici di Bakùnin di far scoppiare la rivolta nelle campagne e nella città di Bologna. Gli interventi di Bacchelli sottolineano anche gli aspetti un po’ comici di una rivoluzione senza speranze.

 

Era la banda di Imola.  Stavano attraversando il ponte in quel momento, e alcuni scalzavano(1) i pali del telegrafo. In testa al magro e polveroso esercito degli Scalzi e della Canaglia, marciava, nero, aitante, spedito, Abdon. A qualche passo da lui, che avrebbe stancato a camminare un ascaro(2), seguivano due o tre individui, recanti un paio di bandiere rosse minuscole e di manico corto. Come fiammeggiarono, per quanto piccole e stinte, agli occhi di Bakùnin! Una torma oscura di circa un centinaio e mezzo d’uomini le seguivano,armati di bastoni, schiere compatte e baldanzose quelle di testa, più dimesse e rade quelle di coda. Chiudeva la marcia una retroguardia dall’aspetto risoluto e ordinato, incaricata di sollecitare i ritardatari, raccogliere i dispersi, vigilare a che nessuno si spargesse a rubare. Abdon aveva in cintura due pistole, ed è facile immaginare che avesse detto: ‘Queste comincio a adoperarle su chi si azzarda a rubar qualcosa ai contadini per dove passeremo’(3). Abdon Negri aveva imparato la guerra con Garibaldi, il quale sapeva che gli irregolari hanno bisogno in queste cose di osservare la disciplina più dura e scrupolosa, e che per un grappolo d’uva ha fatto fucilare un uomo. La banda ormai aveva passato il ponte. Ultimo veniva quel giovane Frizzolino, con una trombetta a tracolla e pieno d’estri in testa. Abbattuti un paio di pali del telegrafo, aggrovigliati nel filo, furono messi ad attraversar la strada alla testa del ponte(4).

Note

  1. staccavano dal terreno
  2. gli ascari erano soldati indigeni che combattevano per i coloni bianchi e avevano fama di essere resistenti alla fatica
  3. i luoghi attraverso i quali passeremo
  4. i pali staccati vengono messi di traverso  per impedire il passaggio ad altri

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Carta canta e villano dorme

MODO DI DIRE
Servire di barba e capelli: Conciare uno per le feste.

Biografia …

Il 19 APRILE 1891 nasce RICCARDO BACCHELLI, che muore a MONZA, scrittore che rilancia il genere del romanzo storico …

Riccardo Bacchelli è uno degli narratori più prolifici e interessanti del Novecento, anche per la scelta di andare controcorrente rispetto alle tendenze letterarie contemporanee. Nasce a Bologna il 19 aprile 1891, partecipa alla Prima Guerra Mondiale e di tale esperienza scrive resoconti significativi. Finita la guerra è tra i fondatori della rivista “La ronda”, che ha come finalità il “ritorno all’ordine”, cioè un ritorno alla narrativa classica dell’Ottocento, senza sperimentalismo e innovazioni, scegliendo Manzoni come modello di romanziere. In questa prospettiva Bacchelli sceglie come forma letteraria congeniale il romanzo storico e dà prove importanti con “Il diavolo di Pontelungo”( 1927) e “Il mulino del Po” (1940). Il suo ‘storicismo’ cerca di dare interpretazione chiara del passato, ma non sempre riesce a comprendere e a spiegare i fatti irrazionali  delle vicende umane. Nella sua opera migliore ‘Il mulino del Po’, racconta i fatti di un secolo di storia italiana secondo la visione di tre generazioni della famiglia proprietaria del mulino del titolo. Bacchelli muore a Monza  l’8 ottobre 1985.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA