18 marzo

Leggiamo …

Da “Le avventure di Pinocchio” di CARLO COLLODI ecco il famoso brano di “Il paese dei balocchi” …

Questo è uno degli episodi più famosi e significativi dell’opera. Pinocchio si lascia trascinare dal ribelle per eccellenza Lucignolo (che ha nello stesso nome un qualcosa di “diabolico”) ad abbandonare i buoni propositi di impegno e a recarsi nel paese dove si pensa solo a divertirsi. Vi è al fondo dell’episodio l’idea che i ragazzi hanno il giusto bisogno di divertirsi, ma purché esso si accompagni al senso del dovere e al rispetto delle regole.

La mattina sul far dell’alba, arrivarono nel Paese dei balocchi. Questo paese non somigliava a nessun altro del mondo. La sua popolazione era tutta composta di ragazzi. I più vecchi avevano quattordici anni, i più giovani ne avevano otto appena. Nelle strade un’allegria, un chiasso, uno strillìo(1) da levar di cervello! Branchi di monelli da per tutto: chi giocava alle noci, chi alle piastrelle, chi alla palla, chi andava in velocipede(2), chi sopra un cavallino di legno; questi facevano a mosca cieca, quelli altri si rincorrevano, altri vestiti da pagliacci, mangiavano la stoppa accesa; chi recitava, chi cantava, chi faceva i salti mortali, chi si divertiva a camminare con le mani in terra e con le gambe in aria; chi mandava il cerchio, chi passeggiava vestito da generale con l’elmo di foglio e lo squadrone(3) di cartapesta; chi rideva, chi urlava, chi chiamava, chi batteva le mani, chi fischiava, chi rifaceva il verso della gallina quando ha fatto l’ovo: insomma un tal pandemonio, un tal passeraio(4), un tal baccano indiavolato, da doversi mettere il cotone negli orecchi per non rimanere assorditi(5). Su tutte le piazze si vedevano teatrini di tela, affollati di ragazzi dalla mattina alla sera, e su tutti i muri delle case si leggevano scritte col carbone delle bellissime cose come queste: “viva i balocci!” (invece di “balocchi”), “non vogliamo più schole” (invece di “non vogliamo più scuole”), “abbasso Larin Metica” (invece di “l’aritmetica”) e altri fiori consimili. Pinocchio, Lucignolo(6) e tutti gli altri ragazzi che avevano fatto il viaggio con l’Omino, appena messo piede dentro la città si ficcarono subito in mezzo alla baraonda e in pochi minuti, come è facile immaginarselo, diventarono amici di tutti. Chi più felice, chi più contento di loro? In mezzo ai continui spassi e agli svariati divertimenti, le ore, i giorni, le settimane, passavano come tanti baleni.

Note

  1. continuo strillare
  2. le prime biciclette
  3. spadone
  4. pigolare  di tanti passeri, ma in generale grande baccano
  5. assordati
  6. l’amico discolo di Pinocchio, consigliere di ribellione e di violazione delle regole, diventato simbolo di “cattivo” ragazzo

Biografia …

Il 18 MARZO 1875 CARLO COLLODI comincia tradurre favole di autori francesi …

Carlo Collodi, pseudonimo di Carlo Lorenzini, nasce a Firenze il 24 novembre 1826, fa gli studi in Seminario, ma nel 1844 li abbandona, comincia a lavorare in una libreria e a scrivere per dei giornali locali. Partecipa come volontario alla Prima e alla Seconda Guerra d’Indipendenza e poi fonda la rivista satirica “Il Lampione”. Momento molto significativo per Collodi è il 18 marzo 1875 quando l’editore Felice Paggi gli dà l’incarico di tradurre le fiabe francesi, perché la conoscenza di questo tipo di letteratura gli offre l’ispirazione di creare il suo capolavoro “Le avventure di Pinocchio” (1883), un’opera che ha subito un grande successo. Quest’opera anche nella sua struttura di favola, ha una finalità pedagogica. Pinocchio, il burattino-bambino, è ribelle e svogliato, ma dopo tante esperienze negative, si convince della necessità dell’impegno e del rispetto delle regole e diventa un bambino esemplare. Collodi è autore di altre significative opere anche per un pubblico di ragazzi e tra di esse segnaliamo: “Macchiette” (1881) e “Occhi e nasi” (1881). Anche in queste opere l’obbiettivo educativo appare evidente. Collodi si inserisce, dunque, in quel gruppo di scrittori che si propone di “educare gli Italiani”, tematica comune nella seconda metà dell’Ottocento. Collodi muore il 26 ottobre 1890.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Can che abbaia non morde

MODO DI DIRE
Scontare (o pagare) il fio: Scontare la pena.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA