18 maggio
Leggiamo …
In “Rigoletto” FRANCESCO MARIA PIAVE con “Questa o quella per me pari sono” ci presenta la logica del seduttore …
Questa è la celebre aria cantata dal duca di Mantova in cui enuncia la sua morale del perfetto seduttore: ama senza vincoli e senza fedeltà ed ogni bella donna va bene per lui
Questa o quella per me pari sono
a quant’altre d’intorno mi vedo(1),
del mio core l’impero non cedo
meglio ad una che ad altra beltà(2).
La costoro avvenenza è qual dono
di che il fato ne infiora la vita(3);
s’oggi questa mi torna gradita,
forse un’altra doman lo sarà(4).
La costanza, tiranna del core,
detestiamo qual morbo crudele(5),
sol chi vuole si serbi fedele(6);
non v’ha amor, se non v’è libertà.
De’ mariti il geloso furore,
degli manti le smanie derido(7),
anco d’Argo i cent’occhi disfido
se mi punge una qualche beltà(8).
Note
- non faccio differenza tra una donna e un’altra
- il dominio del mio cuore non lo cedo a nessuna
- la bellezza femminile è un regalo che allieta la vita
- se oggi me ne piace una domani mi piacerà un’altra
- la costanza in amore è come malattia da evitare
- sia fedele chi vuole, non io
- derido i mariti gelosi e le passioni forti degli amanti
- Argo, mostro della antica mitologia che aveva cento occhi: il duca avrà più di cento occhi per cercare belle donne da amare.
Scopriamo la lingua …
PROVERBIO
Buon tempo e mal tempo non dura tutto il tempo
MODO DI DIRE
Fare la cena del galletto: Andare a letto senza cenare.
Biografia …
Il 18 MAGGIO 1876 muore FRANCESCO MARIA PIAVE, famoso librettista delle opere di Verdi …
Francesco Maria Piave nasce a Murano, vicino a Venezia, il 18 maggio 1810 da ricca famiglia che ha attività di lavorazione del vetro. Presto con la famiglia si trasferisce a Roma dove diventa amico del poeta Gioacchino Belli. Già da giovane sente forte l’ispirazione poetica e rimane affascinato dal mondo dell’opera ed infatti nel 1842 diventa responsabile degli spettacoli del “Teatro La Fenice” di Venezia. Egli ha il compito di organizzare il cartellone degli spettacoli e di scegliere i cantanti. Negli stessi anni prende contatto con il Teatro alla Scala di Milano e ne diventa il poeta ufficiale. Piave si specializza nella composizione poetica dei libretti d’opera e ne scrive in tutta la sua carriera oltre sessanta. Scrive i libretti di alcune opere di Giovanni Pacini e di Saverio Mercadante, ma la sua fama si lega ai libretti di Giuseppe Verdi, tra i quali si segnalano “Ernani” (1844), “Macbeth” (1847), “Rigoletto” (1851), “La Traviata” ( 1853) e “La forza del destino” (1862). Piave è un poeta profondamente romantico che si trova a suo agio nel descrivere le forti passioni dei personaggi di opere liriche. I suoi versi sono melodiosi perché devono assecondare il canto degli interpreti e deve anche tener conto delle sillabe da pronunciare in certi particolari passaggi di esecuzione canora. Piave muore a Milano il 5 marzo 1876.