17 febbraio

Leggiamo …

Da “La serva padrona” di ALESSANDRO BONSANTI presentiamo il nostalgico brano “Ricordi del passato” …

In questo romanzo si narra la vicenda di una famiglia in cui assume un ruolo importante la figura di una serva, Alaide, che rinuncia a sposarsi e ad avere una sua vita per seguire e curare gli interessi dei componenti della famiglia presso la quale presta servizio. In questo brano Alaide e un altro vecchio servitore si abbandonano al ricordo del passato, al rimpianto di quel che non si è potuto realizzare, ma anche al modo diverso in cui si vive ora la vecchiaia rispetto a come la si immaginava. E’ una specie di bilancio amaro della propria vita.

Le donne, le donne, mormorava e non diceva altro e anche i pensieri non gli si fermavano, giravano intorno a quella parola senza prendere forma, tanto era lo stupore. Si calmò infine, il vino gli sembrò caldo abbastanza e se lo versò nel bicchiere. Accostando alle labbra la bevanda calda tornò al suo posto. Qui fra un sorso e l’altro, cauteloso(1) disse: pena d’amore dura quanto un fiore, e ci sospirò dietro che fu un sospiro proprio naturale, ripetuto adesso per il ricordo di qualche pena lontana. Poi se ne accorse e sorrise. “O Alaide, Alaide, eccoci noi vecchi a parlare dell’amore dei giovani. E i  nostri, i nostri dove sono? Ne avemmo, certo ne avemmo”. Gli venne fatto di pensare come doveva essere stata Alaide da giovane e si disse: bella. I lineamenti del volto si mantenevano intatti e fermi e, nonostante le rughe, quella giovanile bellezza rivelavano tuttora. Sapeva che non si era sposata, che stava in quella casa da giovanetta e ne aveva l’incontrastato dominio domestico da quando, poco dopo la nascita del padroncino, la signora era morta. Teneva alla cintola le chiavi della dispensa e ciascuno le obbediva; anche il padrone in certe cose, in molte le avrebbe obbedito sol che lei volesse. Questo era quello che sapevano tutti dell’Alaide, ma certo nella sua vita chissà quanto c’era stato d’altro che tutti ignorerebbero. Come nella vita d’ognuno, si disse Meco.

Note

  1. pieno di cautela

Biografia …

Il 17 FEBBRAIO 1984 muore ALESSANDRO BONSANTI, scrittore e impegnato intellettuale …

Alessandro Bonsanti nasce a Firenze il 25 novembre 1904, dopo gli studi si trasferisce a Milano per lavoro e poi, ritornato nella sua città, collabora alla rivista “Solaria”, che vuole rinnovare la letteratura secondo modelli contemporanei europei. Diventa molto attivo come promotore culturale e negli ultimi anni della sua vita entra nella politica attiva diventando sindaco di Firenze. Muore a Firenze il 17 febbraio 1984. Scrive diverse opere tra le quali si distinguono “La serva amorosa” (1929) e “Racconto militare” (1937), giudicata la migliore sua composizione. Bonsanti sceglie una tecnica narrativa originale, perché egli realizza un rallentamento del tempo con conseguente dilatazione della vicenda. Insiste su una approfondita e minuziosa analisi psicologica dei personaggi e in tale operazione l’azione si blocca, quasi in un fotogramma, per poi riprendere il suo lento ritmo. I critici hanno rilevato che Bonsanti ha come modello la narrativa realistica e meditativa dell’Ottocento classico, piuttosto che lo stile nervoso e sintetico del Novecento. In molte sue opere emerge un pessimismo di fondo sull’esistenza umana, che l’individuo moderno, per quanto si sforzi, non riesce a migliorare.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
La fortuna aiuta gli audaci

MODO DI DIRE
Chiedere (o volere) la luna: Pretendere qualcosa di impossibile.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA