15 maggio

Leggiamo …

Da “Cristo si è fermato a Eboli” di CARLO LEVI si presenta il lamento “Noi non siamo cristiani” …

In questo brano emerge la riflessione dell’autore sulla realtà del paesino di Gagliano (nella realtà Aglianico), tagliato fuori dalla civiltà e da ogni speranza di progresso, isolato e rassegnato. Colpisce soprattutto il modo spietato con cui i contadini definiscono la loro condizione: essi sono diventati non-uomini perché le loro condizioni di vita è al di sotto delle condizioni umane e si sentono abbandonati da tutti. C’è in loro disperazione ma anche orgoglio di continuare a vivere pur in condizioni così terribili.

Sono passati molti anni, pieni di guerra, e di quello che si usa chiamare Storia. Spinto qua e là alla ventura, non ho potuto finora mantenere la promessa fatta, lasciandoli, ai miei contadini, di tornare fra loro, e non so davvero se e quando potrò mai mantenerla. Ma, chiuso in una stanza, e in un mondo chiuso, mi è grato riandare con la memoria a quell’altro mondo, serrato nel dolore e negli usi, negato alla Storia, e allo Stato, eternamente paziente; a quella mia terra senza conforto e dolcezza, dove il contadino vive, nella miseria e nella lontananza, la sua immobile civiltà, su un suolo arido, nella presenza della morte. “Noi non siamo cristiani”, essi dicono, “Cristo si è fermato a Eboli”. Cristiano vuol dire, nel loro linguaggio, uomo: e la frase proverbiale che ho sentito tante volte ripetere, nelle loro bocche non è forse nulla più che l’espressione di uno sconsolato complesso di inferiorità. Noi non siamo cristiani, non siamo uomini, non siamo considerati come uomini, ma bestie, bestie da soma, e ancora meno che le bestie, i fruschi, i frusculicchi, che vivono la loro libera vita diabolica o angelica, perché noi dobbiamo invece subire il mondo dei cristiani, che sono al di là dell’orizzonte e sopportare il peso e il confronto.

Note

  1. eredità
  2. come si è soliti dire
  3. strano
  4. stirpe
  5. difficoltà
  6. pigra
  7. mucchio di oggetti senza valore
  8. castello
  9. drappi di ornamento dei cavalli
  10. nel fodero
  11. preziosi tessuti di lino
  12. dipinte
  13. metallo finemente lavorato.

Biografia …

Il 15 MAGGIO 1935 la polizia arresta CARLO LEVI, che scrive “Cristo si è fermato a EBOLI“, e lo invia al confino in Lucania …

Carlo Levi nasce a Torino il 29 novembre 1902, si laurea in Medicina e si dedica alla pittura e alla letteratura. Per le sue idee antifasciste subisce un primo arresto e, su denuncia del fascista Dino Segre, il 15 maggio 1935 la polizia lo arresta una seconda volta e il Tribunale lo invia al confino in Lucania per più di un anno. Nel 1939 si reca in esilio e rientra per partecipare alla Resistenza. Nel dopoguerra continua la sua attività letteraria e si dedica anche al giornalismo. Ottiene l’elezione al Parlamento e muore a Roma il 4 gennaio 1975. Il suo capolavoro è “Cristo si è fermato ad Eboli” (1945) in cui narra in forma autobiografica la sua esperienza al confino. Scrive altre opere con una impostazione di indagine giornalistica sui problemi sociali dell’Italia di quegli anni e fra di esse si segnalano “Le parole sono pietre” (1955) e “Un volto che ci somiglia” (1960). In “Cristo si è fermato ad Eboli” Levi descrive le condizioni di vita dei contadini poveri della Lucania che sono e si sentono tagliati fuori dal progresso e dal mondo (l’espressione del titolo è un modo di dire degli abitanti di Agliano). Si nota nell’autore come una sorpresa nella scoperta di quel mondo arretrato, che però, a suo giudizio, poteva trovare un riscatto e per certi versi diventare, se aiutato, una specie di modello di sviluppo sociale fondato sulle tradizioni sane della civiltà contadina.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Da cosa nasce cosa

MODO DI DIRE
Alla lunga: Col passare del tempo, alla fine.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA