15 gennaio

Leggiamo …

In “Ettore Fieramosca” MASSIMO D’AZEGLIO ricostruisce la famosa disfida di Barletta …

Da “Ettore Fieramosca”:
La disfida(1)

Si mossero alla fine gl’Italiani, non colla prima celerità, che la stanchezza lo vietava ai cavalli, molti dei quali per le violente scosse dei freni avean la bocca coperta di spuma sanguigna. Alzarono i cavalieri più forte il grido “Viva Italia!” e malgrado l’instare degli sproni, vennero a ferire d’un galoppo grave e sonante. Nonostante le leggi promulgate al principio fu tale la smania di curiosità che invase a quel punto gli spettatori, che il cerchio che il cerchio formato da loro all’intorno s’andò progressivamente stringendo…In mezzo alla fila di nuovo schierata degli Italiani s’era posto Fieramosca, il quale aveva il miglior cavallo; ed ai suoi lati, a mano a mano quelli che l’aveano meno stanco, o più corridore; cosicché nell’andare addosso ai nemici il centro si spinse avanti, figurando un cuneo, del quale Ettore era alla punta. Quest’ordine fu tanto ben mantenuto che, giunto al ferire, sforzò la fila dei Francesi senza che potessero porvi riparo. Qui sorse una nuova zuffa più serrata, più terribile che mai: al numero, al valore, alla perizia degli Italiani s’opponevano sforzi più che umani, disperazione, rabbia del disonore imminente ed inevitabile: i prodi ed infelici Francesi, fra un turbine di polvere, cadevano insanguinati sotto le zampe dei cavalli, si rialzavano aggrappandosi alle staffe, alle briglie de’ vincitori; ricadevano, spinti, maltrattati, calpestati, rotolandosi sotto sopra, mezzo disarmati, cogli arnesi infranti, e pur sempre sforzandosi di riaversi, raccogliendo in terra pezzi di spade, tronchi di lancia, perfino sassi onde ritardar la sconfitta.

Note

  1. Ecco la presentazione della famosa disfida di Barletta nella quale D’Azeglio descrivendo le fasi dello scontro sottolinea sempre la forza d’animo e il coraggio degli Italiani che, a giudizio di tutti andavano incontro alla sconfitta, ed invece con grande tenacia riescono a riportare una sorprendente vittoria. Notare il grido che l’autore fa urlare ai cavalieri, quel “Viva l’Italia!” che sembra quasi l’urlo che emettevano tanti Italiani dei suoi giorni nelle battaglie contro gli Austriaci.

Biografia …

Il 15 GENNAIO 1866 muore MASSIMO D’AZEGLIO, importante scrittore di romanzi storici …

Massimo d’Azeglio nasce a Torino il 24 ottobre 1798 da nobile famiglia, fa studi universitari di filosofia e da giovane si appassiona di letteratura e soprattutto di pittura. Inizia la carriera militare ma l’abbandona quasi subito, si reca a Roma per perfezionare la sua passione per la pittura e soggiorna a Firenze e a Milano, dove sposa Giulia la figlia di Manzoni, e prosegue la sua attività di pittore. Nel 1833 pubblica il suo più famoso romanzo “Ettore Fieramosca” che ottiene un grande successo per lo spirito patriottico che ispira dato che il coraggio degli Italiani nella famosa disfida di Barletta è un incentivo alla lotta contro lo straniero. Altre opere letterarie importanti sono “Niccolò de’ Lapi” (1841) e “Degli ultimi casi di Romagna” (1846). Massimo D’Azeglio si interessa di politica e ricopre importanti incarichi come quello di Primo Ministro del Regno di Sardegna dal 1849 al 1852 e diventa anche senatore a vita per nomina reale. Anche quando non ricopre incarichi pubblici è sempre un consigliere influente del Re Vittorio Emanuele II e di Cavour. D’Azeglio muore a Torino il 15 gennaio 1866.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
A caval donato non si guarda in bocca

MODO DI DIRE
A bruciapelo: All’improvviso, cogliendo alla sprovvista.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA