15 aprile

Leggiamo …

Si giudica di grande interesse questo brano tratto dall’opera di BRUNO BARILLI “Capricci di vegliardo” …

In quest’opera Barilli fa una serie di considerazioni spiritose su suoi ricordi, su vicende semplici della sua vita, su impressioni che la città di Roma suscita nel suo animo. Si possono definire esperienze di vita, punti di vista di vita quotidiana, aspetti strani del mondo che gli gira intorno. Nel brano che si presenta ci descrive il Colosseo con un occhio critico diverso: per Barilli esso è un testimone che guarda con sufficienza tutti coloro che si avvicinano a lui.

Dalla mole del Colosseo è uscito diroccando(1), boccone su boccone, il barocco romano – di fronte al quale quello francese e tedesco (o rococò che dir si voglia) non è altro che barocco con la coda tra le gambe(2). Dunque il barocco romano è un po’ di Colosseo ambulante a rotoli su qualche cornicione abulico, sui ponti, sugli ariosi fastigi(3), su l’uno e l’altro bastione a corona della vecchia Roma. Surrealismo fra le nuvole, insomma “surrealismo rubaluce”. Tale quale la giovane pittura del pittore Scipione(4). E bensì che il Colosseo non vola, non galleggia, non è mica una nave che abbia raggiunto i nostri dì navigando attraverso i tempi. Invece il Colosseo non si muove, è un immobile garantito. Sono i tempi, tutti, che navigano successivamente alla sua volta(5), e così i nostri tempi, insieme a noi ultimi: passano e passeranno. Eccolo il Colosseo, lì davanti a te: incrocio trasecolato sulla traiettoria della storia: “caput mundi”(6), il suo crudele imperituro(7) paganesimo. Il tuo cuore s’arresta dinanzi a lui. Eretto testimone in un incolmabile divario; la sua ciclopica grandezza. – Cosa vuoi da lui, tu pellegrino impensierito? Ti manca il fiato? – Il Colosseo è senz’anima, non è cristiano, non ha rimorsi e pur non è un problema, non è un pezzo numismatico, non è neanche un banco del lotto(8), e non vuole niente di te, né il tuo pellegrinaggio, il tuo accorrere, la tua curiosità, la tua riverenza, né il tuo amore; vuole essere lasciato solo, perché quel che è più chiaro è appunto la sua terribile voglia di essere lasciato solo, là dov’è. Se questo non capisci, ascolta un consiglio, tu pellegrino intraprendente: non prender la rincorsa, e puoi saltarlo a piè pari(9). Non c’è nulla di ieratico(10). Il tempo passa sul Colosseo. I secoli sono il suo passatempo.

Note

  1. distruggendo, togliendo parti della costruzione
  2. cioè è molto inferiore
  3. ornamenti superiori degli edifici
  4. pittore marchigiano del primo Novecento presente a Roma che dipinge con colori accesi
  5. i tempi che seguono il Colosseo
  6. Roma capitale o dominatrice del mondo
  7. che non muore nel tempo
  8. dove si va a riscuotere
  9. saltarlo del tutto
  10. qualcosa do sacra solennità.

Biografia …

Il 15 APRILE 1952 muore BRUNO BARILLI, originale scrittore e critico musicale …

Bruno Barilli nasce a Fano, vicino a Pesaro, il 14 dicembre 1880, si trasferisce presto a Parma e si iscrive al Conservatorio di quella città. Si diploma in composizione a Parma e in direzione d’orchestra a Monaco di Baviera. Egli però si dedica più che altro all’attività di critico musicale. Compone due opere liriche, “Medusa” ed “Emiral” della quale scrive sia la musica sia il libretto. Ma Barilli oltre che compositore e critico musicale è anche autore di numerose opere letterarie. Tra le sue opere si segnalano. “Il paese del melodramma” (1929), “Delirama” (1924), “Il sorcio nel violino” (1926) e soprattutto “Capricci di vegliardo” (1951). Barilli quando scrive di opere legate alla musica mostra la sua profonda conoscenza tecnica e riesce ad essere un brillante illustratore di vicende e di caratteri umani. Anche nella descrizione di certe sensazioni suscitate dalla musica e in certe descrizioni di paesaggi egli sa raggiungere finezze espressive che si possono definire poetiche. Tutto  ciò deriva dalla sua profonda sensibilità affinata attraverso il tempo dal continuo impegno nell’ambito artistico. Si può quindi affermare che egli è un creativo di grande respiro artistico. Barilli muore  a Roma il 15 aprile 1952.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Marzo pazzerello guarda il sole e prendi l’ombrello

MODO DI DIRE
Dare nell’occhio: Farsi notare, attirare l’attenzione.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA