14 gennaio

Leggiamo …

Presentiamo un brano dal romanzo “Il Natale 1833” di MARIO POMILIO…

Da “Il Natale del 1833”(1)

La parola sventura non è certo inusitata nel linguaggio del Manzoni: la si trova già nel Carmagnola, negl’Inni Sacri, nell’Adelchi. Eppure colpisce come se gliel’udissimo usare per la prima volta a incontrarla in una lettera del 19 febbraio 1834, la sola dov’egli parli della scomparsa della prima moglie, Enrichetta Blondel, mortagli giusto il giorno di Natale del 1833, e l’unica forse di tutto il suo epistolario in cui acconsenta a lasciarci intravedere qualcosa dei propri intimi affetti, e sia pure per un breve istante e come da dietro un’inferriata: “Mi pareva che dal sentimento dell’amore fosse agevole immaginare il sentimento della perdita; ma veggo(2) ora che la sventura è una rivelazione tanto più nuova quanto è più grave e terribile”. Si direbbero parole venute da lontano per quell’aria remota che vi assume il dolore, che sembra serrato quasi entro un calco. Ma a farle assomigliare a un singhiozzo represso provvedono, poche righe più in basso, quelli ch’egli dedica al ricordo di Enrichetta: “La memoria d’una virtù varia come i casi della vita e sempre uniforme a se stessa, sempre inconcussa(3) e sempre dolce, sempre diffidente di sé e sempre sicura in Dio, sublime nell’ordine assegnatole dalla Provvidenza e non tentata pur mai d’andar più alto né più lontano, questa memoria ritrovata a ogni istante è quella che fa piangere, ed è insieme quella che addolcisce le lacrime”. La lettera in questione è stata ritrovata e pubblicata nel 1948.

Note

  1. Pomilio in questo romanzo ricostruisce i drammi e i lutti del Manzoni soprattutto quello per la morte della prima moglie Enrichetta Blondel che aveva contribuito alla sua conversione alla morale cattolica. L’autore analizza con precisione l’evoluzione psicologica e il senso del dolore del grande scrittore, che nonostante la fede in Dio umanamente sente il peso di una così grave perdita.
  2. vedo
  3. salda e stabile.

Biografia …

Il 14 GENNAIO 1921 nasce ad ORSOGNA, MARIO POMILIO, vivace scrittore e politico italiano …

Mario Pomilio nasce a Orsogna, vicino a Chieti, il 14 gennaio 1921, studia al liceo classico e si laurea nel 1945 in Lettere alla Scuola Normale di Pisa. Prosegue la sua preparazione all’estero a Bruxelles e a Parigi e poi inizia ad insegnare nelle scuole superiori a Napoli. In seguito insegna Letteratura al Conservatorio “San Pietro a Maiella” di Napoli ed infine diventa docente alla “Università degli Studi Suor Orsola Benincasa”. L’attività letteraria di Pomilio inizia con il romanzo “L’uccello nella cupola” (1954) che gli consente di vincere il Premio Marzotto Opera Prima. Molto interessante è il suo romanzo “La compromissione” (1965) che descrive il travaglio e la crisi ideologica dei militanti della sinistra politica con precisi risvolti autobiografici. Pomilio raggiunge la piena maturità letteraria con le opere “Il quinto evangelio” (1975) e “Il Natale del 1833” (1983). Pomilio propone la visone di cattolico critico che pone delle problematiche di scelte morali importanti, che esprime un “dubbio metodico” e si interroga con costanza sul perché del mondo e sul ruolo dell’intellettuale nell’evoluzione sociale. Egli muore a Napoli il 3 aprile 1990.

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PROVERBIO
Chi compra sprezza e chi ha comprato apprezza

MODO DI DIRE
Gettare fumo negli occhi: Illudere.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA