13 aprile

Leggiamo …

Da “Una notte del ‘43” di GIORGIO BASSANI ecco l’angosciante ricostruzione di “La rappresaglia” …

L’opera descrive i fatti accaduti a Ferrara in un anno particolarmente significativo per l’Italia e molto difficile soprattutto per gli Ebrei che per effetto delle razzi razziali subiscono persecuzioni terribili. In questo brano Bassani ricostruisce la notte in cui in città, per l’uccisione di un gerarca fascista, scatta la rappresaglia che porta all’uccisione di undici persone. L’autore insiste sul senso di angoscia e di attesa dolorosa di tutti gli abitanti che temono terribili conseguenze per sé e i propri cari.

Le vittime della rappresaglia erano dieci, venti, cinquanta, cento… Ad abbandonarsi ai pronostici più disperati sembrava davvero, in principio, che non solo Corso Roma, ma tutto il centro della città fosse seminato di morti. Ci volle dell’altro tempo, insomma – si arrivò con questo, verso le nove e mezzo , le dieci del mattino: – soltanto allora fu possibile sapere con precisione numero e identità degli uccisi. Erano undici: riversi in tre mucchi lungo la spalletta della Fossa del Castello, lungo il tratto di marciapiede esattamente opposto al Caffè della Borsa e alla farmacia Barilari: e per contarli e riconoscerli da parte dei primi che avevano osato accostarsi (in distanza non parevano nemmeno corpi umani: stracci, bensì, poveri stracci o fagotti buttati là, al sole, nella neve fradicia), era stato necessario rivoltare sulla schiena coloro che giacevano bocconi, nonché separare l’uno dall’altro quelli che, caduti abbracciandosi, facevano tuttora uno stretto viluppo di membra irrigidite. E ci fu appena il tempo, in realtà, di contarli e riconoscerli. Perché di lì a poco, sbucando improvvisa dall’angolo di corso Giovecca, una piccola macchina militare era venuta ad arrestarsi , con teatrale stridio di freni, davanti al gruppo raccolto attorno ai cadaveri. “Via! Via!”, fu gridato prima ancora di balzare a terra , dai militi della Brigata Nera che l’occupavano.

Biografia …

Il 13 APRILE 2000 muore GIORGIO BASSANI, attento testimone dei drammi del Novecento …

Giorgio Bassani nasce il 4 marzo 1916 a Bologna, ma vive sempre a Ferrara, che diventa anche ambientazione di tutte le sue opere.  La sua famiglia è di origine ebrea  e perciò deve subire discriminazioni e persecuzioni. Anche per questo motivo partecipa alla lotta antifascista, ma gli anni drammatici della guerra  e il senso di precarietà della sua esistenza segnano profondamente il suo spirito. Per la sua esperienza si convince che vita e letteratura non possono essere scisse  e racconta gli avvenimenti delle sue opere con sobrietà   ed efficacia per conoscere a fondo la verità sul significato dell’esistenza. In tutte le sue opere emerge sempre un senso profondo di emarginazione che crea angoscia  e ansia per un futuro incerto. Tra le sue opere sono da ricordare “Una notte del ’43” e “Il giardino dei Finzi Contini”, nel quale racconta gli anni delle persecuzioni  razziali che suscitano in lui una problematica riflessione sul perché del male e su come reagire ad esso; ma con sorpresa si avverte anche un desiderio di morte e di purificazione dai drammi esistenziali. Bassani muore a Roma il 13 aprile 2000.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Tutto è bene quel che finisce bene

MODO DI DIRE
Chiudere a sette chiavi: Custodire gelosamente.

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