11 giugno

Leggiamo …

Da due opere di GIUSEPPE DESSÌ “Paese d’ombre” e “Il disertore” per un confronto ecco i due inizi d’opera …

Da “Paese d’ombre”: Inizio del romanzo

Si presentano qui due inizi di romanzi di Giuseppe Dessì per mettere a confronto i modi di iniziare le sue opere narrative. In entrambe egli entra subito in argomento presentando i protagonisti delle vicende, quasi a voler chiarire subito la tematica del racconto. In “Paese d’ombre” addirittura si parla del protagonista Angelo Uras quando era bambino e lo si segue nella sua crescita fino all’età adulta quando sfruttando l’eredità di Don Francesco Fulgheri, diventato sindaco del paese, si batte per difendere il patrimonio boschivo del territorio contro l’azione speculativa di investitori del Nord.

Il bambino bussò al cancelletto di legno, ch’era in tutto simile a quello della casa di sua madre nel vicolo del Carrubbo, e aspettò in silenzio; dopo un poco la voce potente e rauca di Don Francesco Fulgheri si fece udire dall’interno della casa: “Chi è?”. “Sono io!” strillò Angelo con la sua vocetta, la voce di chierichetto, come diceva Don Francesco per farlo arrabbiare. Senza attendere oltre, il ragazzo spinse il cancello, che si aprì con un lungo gemito.

Da “Il disertore”: Inizio del romanzo

Anche in questo romanzo si presenta subito Mariangela Eca, che perde i due figli nella Prima Guerra Mondiale. I cittadini raccolgono fondi per costruire un monumento ai caduti del paesino e Mariangela, molto povera, versa tutti i suoi risparmi pagando molto più dei ricchi. Il figlio Saverio è stato un disertore della guerra ed è venuto a morire nelle campagne vicine. Nessuno sa questa storia e Mariangela fa un grande sacrificio economico per vedere il nome del figlio scritto sul monumento accanto a quello degli altri caduti del paese.

Quando si parlò e si discusse per la prima volta del monumento, Mariangela Eca non ne ebbe nemmeno sentore. I suoi due ragazzi erano morti da più di quattro anni, ma per lei era come se quel tempo non fosse passato. Per tutti gli altri, a Cuadu, compresi coloro che avevano perduto un figlio, un nipote o il marito, la fine della guerra era già lontana: tanti e così profondi erano stati i mutamenti che anche in quella piccola città la guerra e il dopoguerra avevano portato. Mariangela no. Lei non si era accorta e non si accorgeva di ciò che avveniva nel mondo circostante, anzi le pareva che tutto fosse rimasto come quando i suoi figli si facevano uomini, pascolando i loro branchi di capre nel bosco di Baddimanna e lavorando il formaggio e la ricotta nel vecchio ovile.

Biografia …

L’11 GIUGNO 1939 GIUSEPPE DESSÌ pubblica il romanzo “San Silvano” …

Giuseppe Dessì nasce a Cagliari il 7 agosto 1909, vive un’infanzia difficile che gli crea un carattere ribelle. Fa studi irregolari, solo tardi conclude il liceo e si laurea in Lettere all’Università Statale di Pisa. Insegna in scuole di diverse città, nel 1941 diventa Provveditore agli Studi di Sassari ed infine diventa membro dell’”Accademia dei Lincei” a Roma. Dessì comincia a scrivere le sue opere narrative già da giovane e rimane importante il suo romanzo “San Silvano” pubblicato l’11 giugno 1939. Altre sue opere significative sono “Michele Boschino” (1942), “L’isola dell’angelo” (1949), “I passeri” (1955) e “Paese d’ombre” (1972), che vince il Premio Strega. Dessì muore a Roma il 6 luglio 1977. Egli sceglie nella sua narrativa di descrivere la Sardegna, una terra presentata in un’atmosfera di mito, legata ad un passato di forti tradizioni dalle quali non sa staccarsi. Ma Dessì affronta tematiche più complesse come la difficoltà della conoscenza che porta quasi all’incomunicabilità. Sottolinea il fatto che si vivono gli avvenimenti con un “tempo psicologico”, molto diverso dal tempo fisico ed egli insiste molto nell’indagine sottile della psicologia dei personaggi. La memoria diventa per Dessì un mezzo di conoscenza di se stessi e attraverso di essa si scopre dopo quel che si è stati nel passato.

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