9 aprile

Leggiamo …

Da “Elias Portolu” di GRAZIA DELEDDA ecco l’intenso brano “La preghiera” …

Elias ritorna a casa dopo un periodo passato in prigione e si innamora di Maddalena fidanzata del fratello. Fra i due nasce una relazione da cui nasce un figlio che muore presto. Elias poi si fa prete ma è sempre al centro di contrasti familiari, che sembra non debbano mai finire. In questo brano Elias annuncia quello che poi riesce a realizzare: farsi sacerdote per la gioia della madre.

Tutti risero. Egli disse: “Perché ridete voi, pezzenti morti di fame, cani rognosi, animali, che altro non siete? Ebben, sì, mi farò prete: e cosa ci vuole? Il latino lo so leggere. E spero di portare a voi tutti il viatico(1) e di sotterrarvi morti di fame”…Ma Elias beveva, rideva, gridava, e non rispondeva a tono, e l’annunzio del suo bizzarro disegno era già svanito fra la rumorosa allegria dei convitati. Ma qualcuno l’aveva accolto con trepidanza(2): zia Annedda. Essa taceva, un po’ per compostezza, un po’ perché non riusciva ad intender bene quello che si diceva, ma guardava intorno con occhi attenti. Maddalena le avvicinava ogni tanto il viso all’orecchio, ripetendole questa o quell’altra cosa: zia Annedda assentiva col capo e sorrideva. Ah, se Elias avesse parlato sul serio! Ma era mai possibile? Un miracolo così grande! Ah, ma San Francesco poteva fare quello e altri miracoli. Elias era ancor giovine, poteva studiare, poteva riuscire. Ed era quella la sua via, la via del Signore, perché se egli restava nel mondo era un giovine perduto. Zia Annedda pensava così, perché conosceva il suo figliuolo. Un momento ch’ebbe tempo, ella entrò in chiesa per ringraziare il Santo dell’idea mandata ad Elias. Era notte; le lampade oscillavano davanti all’altare, spandendo ombre e luci tremule nella chiesa deserta: il gran Santo, cupo, pareva assopito tra i suoi fiori d’ogni mese. Zia Annedda s’inginocchiò, poi sedette in fondo alla chiesa, pregando. Il suo pensiero era sempre rivolto ad Elias: le pareva già di vedere il figliuolo sacerdote, le sembrava già di ricevere i doni di frumento, le anforette di vino turate con fiori, le torte e i gattòs(3) che gli amici avrebbero regalato al prete novello.

Note

  1. è la cerimonia che si faceva per chi sta per morire
  2. trepidazione
  3. dolce tipico di Nuoro a base di zucchero, miele e mandorle.

Biografia …

Il 9 APRILE 1905 GRAZIA DELEDDA comincia a comporre il noto romanzo “L’edera” …

Grazia Deledda nasce a Nuoro il 27 settembre 1871, in un ambiente familiare fortemente patriarcale  e chiuso alle novità culturali. Essa studia quasi da autodidatta per il divieto della famiglia al suo prosieguo degli studi. Nonostante questo essa comincia da giovane a scrivere racconti che descrivono l’ambiente in cui vive. Dopo il matrimonio si trasferisce a Roma dove risiede per il resto della vita. Comincia quindi la fase più matura della sua attività ed in particolare con il romanzo “Elias Portolu” (1903) arriva alla grande notorietà. Questo successo la spinge ancor di più all’impegno letterario e così il 9 aprile 1905 inizia la scrittura di un’altra opera importante, “L’edera” che le dà molte soddisfazioni. Il suo romanzo più famoso è però “Canne al vento” (1913) che conferma la sua fama di grande scrittrice. Dopo tanti successi arriva l’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura nell’anno 1926. Essa muore a Roma il 15 agosto 1936. La Deledda sfugge a qualsiasi inquadramento in correnti e forse le sue opere hanno qualcosa di Verismo e di Decadentismo. Soprattutto nei suoi romanzi vi è sempre un riferimento alla sua esperienza di vita che sfocia spesso in vena lirica di sogno e di fantasia. I suoi personaggi vivono il contrasto tra rispetto di regole morali tradizionali e desiderio di fuga da un ambiente oppressivo e spesso violento.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
In bocca chiusa non entrano le mosche

MODO DI DIRE
Cavarsela per il rotto della cuffia: Riuscire a stento.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA