8 febbraio

Leggiamo …

Proponiamo un brano dal romanzo di LUIGI SANTUCCI “L’almanacco di Adamo” …

Da “L’almanacco di Adamo”:
Le Trombe di Luglio

In quest’opera Santucci fa delle riflessioni analizzando mese per mese gli aspetti più particolari della vita di tutti i giorni. L’impostazione del racconto è quella di una sottile ironia che riesce a cogliere circostanze buffe che egli evidenzia garbo e fine intelligenza. Si nota tra le righe un bonario divertimento che con il lettore una complicità gioiosa.

Perché è il mare a rappresentare per me questo mese? Probabilmente perché l’ho sempre frequentato in Luglio. Sulle graticole balneari dove Nettuno(1) si lascia addomesticare: le paranze(2) da pesca dell’Adriatico dalle vele gialle mo arancione, la pista perle bighe fatte di sabbia, e più tardi il “liscio”(3) sulle terrazze, i flirtarelli di spiaggia. Quanto al mare vero – inteso come viaggio, ponte verso l’esotico e l’ignoto: il mare epico insomma – non direi che sia cosa per me. Per me – con tutto il rispetto per lui e per la sua gente – anche il mare è un mostro. E “mostruosi” gli eroi che, innamoratisi di lui, lo hanno sfidato: si tratti di coloro che quella sfida pagarono con la tragedia, come l’Ulisse dantesco alle colonne d’Ercole, o degli altri che invece da lui colsero nel “lieto fine” le gioie e gli allori più grandi, come Giasone(4) o Cristobal Colombo e via dicendo. Gli è che per me il mare è un Aldilà, un “contro-mondo” inammissibile anche se fascinoso, per la materia stessa di che è fatto: l’acqua, incapace di darmi ossigeno e sopravvivenza, avida solo d’inghiottirmi; e per quel che nel suo grembo si muove e fa cose tanto strane. Per la sua fama, ancora e tutto di mostri: dal gigantesco polipo allucinante, alla comune sardella (che fritta tuttavia mi manda in visibilio), alla più minuscola e deliziosa delle conchiglie. Vivono misteriosamente, tanto diversamente da me in quei liquidi abissi. Dubito che sia stato a crearli lo stesso Buondio che ha fatto me, il gatto e la cordiale lumaca. Penso al Demiurgo ribelle, a Siva(5), all’avverso iddio di Mani6 preposto alle cose paurose e nere.

Note

  1. Dio del mare degli antichi Romani
  2. piccole brache da pesca del mare Adriatico
  3. ballo della tradizione
  4. mitico eroe greco che fa un viaggio avventuroso in mare per conquistare una pelle di pecora d’oro
  5. divinità indiana
  6. dio di una religione dell’antica Persia.

Biografia …

L’8 FEBBRAIO 1967 LUIGI SANTUCCI pubblica il romanzo “Orfeo in Paradiso”, Premio Campiello …

Luigi Santucci nasce a Milano l’11 febbraio 1918, frequenta il Liceo Classico e si laurea nel 1941 in Lettere all’Università Cattolica di Milano con una tesi sulla letteratura infantile. Quest’opera rivista ed ampliata arriva alla pubblicazione con il titolo “Limiti e ragioni della letteratura infantile” (1942). Per motivi politici emigra in Svizzera e quando rientra partecipa alla Resistenza. Nel dopoguerra ha molti contatti con letterati di gran nome, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, e Mario Luzi, che influenzano la sua formazione. La prima opera narrativa di Santini è “In autostrada con mio nonno” (1947) nella quale egli mostra una forte tendenza all’umorismo che manifesta con maggiore evidenza in “Lo zio prete” (1951). Nel romanzo “Il velocifero” (1963) racconta le vicende private di una famiglia milanese di fine Ottocento inserite in un panorama più ampio di avvenimenti storici. Momento letterario fondamentale per Santucci è l’8 febbraio 1967, quando pubblica la sua opera migliore, “Orfeo in paradiso” che vince poi il Premio Campiello. Nel romanzo il protagonista ricostruisce la sua vita andando alla ricerca delle sue radici per trovare giustificazione alla sua sensibilità e alle sue motivazioni esistenziali. Nelle opere successive egli cerca di analizzare le aspirazioni delle nuove generazioni e di approfondire la dinamica drammatica vita-morte come motivo dominante del suo essere cristiano. Santucci muore a Milano il 23 maggio 1999.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
La lingua batte dove duole il dente

MODO DI DIRE
Alla larga: Lontano, a distanza.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA