7 settembre

Leggiamo …

Il sonetto Er giorno del Giudizzio di GIOACCHINO BELLI è una ironica descrizione della fine del mondo …

In questo sonetto, Belli immagina il Giudizio Universale. Il suo spirito popolaresco descrive questo momento in maniera ironica e per niente drammatica. La fine della storia dell’uomo sarà il momento in cui Dio, come un uomo prima di andare a letto, spegne tutte le luci della sua casa.

Da Sonetti

Er giorno del Giudizzio

Cuattro angioloni co le trombe in bocca
se metteranno uno pe cantone
a ssonà: poi co ttanto de voscione
cominceranno a ddi: “Fora a chi tocca”.
Allora vierà ssù una filastrocca
de schertri de la terra a ppecorone,
pe rripijjà figura de perzone,
come purcini attorno de la bbiocca.
E sta bbiocca sarà Ddio bbenedetto,
che ne farà du’ parte, bbianca e nera:
una pe annà in cantina, una sur tetto.
All’ultimo usscirà ‘na sonajjera
d’angioli, e,  ccome si s’annassi a lletto,
smorzeranno i lumi, e bbona sera.

Quattro grandi angeli con le trombe in bocca
si porranno uno ad ogni lato
a suonare: poi con grande voce
cominceranno a dire: “Fuori a chi tocca”.
Allora verrà su una lunga fila
di scheletri dalla terra come pecore,
per riprendere figura di persone,
come dei pulcini intorno alla chioccia.
E questa chioccia sarà Dio benedetto,
che farà due gruppi, bianchi e neri:
uno per andare all’Inferno, l’altro in Paradiso.
Alla fine uscirà una schiera
di angeli, e, come se si andasse a letto,
spegneranno le luci, e buona sera.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Chi si loda si sbroda: Chi è presuntuoso rischia di non essere apprezzato.

MODO DI DIRE
Vuotare il sacco: Dire tutto ciò che si sa, confessare.

NEOLOGISMO
cibotruffa: vendita di cibo destinato ai poveri.

Biografia …

Il 7 SETTEMBRE 1791 nasce GIOACCHINO BELLI, il più illustre poeta dialettale di Roma …

Gioacchino Belli nasce a Roma il 7 settembre 1791 e lì vive tutta la vita facendo l’impiegato pubblico e allontanandosi solo per qualche viaggio in Italia. Ha idee conservatrici e rifiuta tutte le novità  e i cambiamenti che si verificano in quegli anni nel campo letterario e politico. Per questo si schiera con la parte politica che sostiene il potere temporale dei Pontefici. Muore il 21 dicembre 1863. Belli scrive poesie in dialetto romanesco. Protagonista della sua vasta produzione (circa duemila sonetti) è la “plebe romana”, della quale descrive i costumi, i vizi, le sensazioni e anche le superstizioni. Belli non si propone di educare questo popolo, anche perché pensa che non sia possibile. Egli di rappresenta in modo realistico la vita istintiva e disperata di una massa senza un futuro migliore, rassegnata all’oppressione dei potenti e solo capace di cercare il modo di  rendere meno miserabile la propria condizione.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA