7 marzo

Leggiamo …

Da “I Promessi Sposi” di ALESSANDRO MANZONI ecco il commovente episodio di “La madre di Cecilia” …

Nel romanzo vi sono alcuni brani che i critici definiscono “prosa poetica”, cioè momenti di alta ispirazione che sono quasi composizioni poetiche come l’”Addio ai monti” e alcuni momenti della conversione dell’Innominato. Questo brano si può inserire tra i gli episodi di più alta ispirazione artistica del Manzoni. Egli infatti nel panorama drammatico della peste inserisce questa tragedia individuale che tocca i più alti vertici della commozione e della pietà umana. Colpisce soprattutto l’alta dignità, la solenne compostezza di una donna, di una madre nel rendere l’ultimo saluto affettuoso alla sua creatura.

Scendeva dalla soglia d’uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna, il cui aspetto annunziava una giovinezza avanzata, ma non trascorsa e vi traspariva una bellezza velata e offuscata, ma non guasta, da una gran passione, e da un languor mortale: quella bellezza molle a un tempo e maestosa, che brilla nel sangue lombardo. La sua andatura era affaticata, ma non cascante; gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d’averne sparse tante; c’era in quel dolore un non so che di pacato e di profondo, che attestava un’anima tutta consapevole e presente a sentirlo. Ma non era il solo suo aspetto che, tra tante miserie, la indicasse così particolarmente alla pietà, e ravvivasse per lei quel sentimento ormai stracco(1) e ammortito ne’ cuori. Portava essa in collo una bambina di forse nov’anni, morta; ma tutta ben accomodata, co’ capelli divisi sulla fronte, con un vestito bianchissimo, come se quelle mani l’avessero adornata per una festa promessa da tanto tempo, e data per premio. Né la teneva a giacere, ma sorretta, a sedere sur un braccio, col petto appoggiato al petto, come se fosse stata viva; se non che una manina bianca a guisa di cera spenzolava da una parte, con una certa inanimata gravezza, e il capo posava sull’omero della madre, con un abbandono più forte del sonno: della madre, ché, se anche la somiglianza dei volti non n’avesse fatto fede, l’avrebbe detto chiaramente quello de’ due ch’esprimeva ancora un sentimento.

Note

  1. stanco per i troppi lutti causati dalla peste.

Biografia …

Il 7 MARZO 1785 nasce ALESSANDRO MANZONI, famoso scrittore e poeta del Romanticismo …

Alessandro Manzoni nasce a Milano il 7 marzo 1785, compie gli studi presso istituti religiosi, ma abbraccia subito le idee illuministiche che propongono ideali di giustizia e di libertà. Dopo lungo travaglio morale si converte al cattolicesimo e gli ideali della gioventù li inserisce e li giustifica alla luce della nuova fede. Scrive tutte le sue opere, dal 1810 in avanti, nella prospettiva della visione cristiana del mondo e della storia. Compone la quasi totalità della sua produzione tra quella data e il 1827 ed essa comprende: Inni sacri, le Tragedie, Odi e “I Promessi Sposi”. Il Manzoni pessimisticamente giudica la storia come trionfo dell’ingiustizia e della sopraffazione e solo il Cristianesimo è stata una rivoluzione che ha riscattato l’uomo dalla schiavitù e dal male. L’individuo può avere speranza di riscatto dal male solo affidandosi alla Provvidenza Divina. La scelta di Manzoni del Romanticismo significa voler occuparsi con realismo dei bisogni concreti dell’uomo. Inoltre egli inserisce queste convinzioni nel processo del Risorgimento al quale dà un contributo culturale non indifferente. Muore a Milano il 22 maggio 1873.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
L’erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re

MODO DI DIRE
Essere una matusa: Comportarsi senza elasticità mentale.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA