6 giugno

Leggiamo …

In “Saggio sulla rivoluzione” CARLO PISACANE pone il problema del “Risorgimento e questione sociale” …

In questo brano Pisacane sostiene che la rivoluzione deve essere fatta dal popolo se si vuole risolvere il problema della povertà dei contadini. Egli accusa i vari movimenti rivoluzionari che mirano solo ad abbattere i governi reazionari ma non propongono un vero cambiamento della società. I contadini si muovono solo se si propone un miglioramento delle loro condizioni di vita.

L’odio ai presenti governi, bastante ad insorgere, trionfata l’insurrezione, s’ammorza(1); quindi bisogna suscitare una passione, onde bilanciare gli stenti e i rischi della guerra(2). Il desiderio di libertà, d’indipendenza, l’amor di patria, hanno forza grandissima nei cuori di quella balda ed intelligente gioventù, che è sempre prima ad affrontare i pericoli delle battaglie, ma essi soli non bastano(3), l’Italia trionferà quando il contadino cangerà volontariamente la marra col fucile; ora, per lui, onore e patria sono parole che non hanno alcun significato(4); qualunque sia il risultamento(5) della guerra, la servitù e la miseria lo aspettano(6). Chi può, senza mentire a se medesimo, affermare che le sorti del contadino e del minuto popolo, verificandosi i concetti de’ presenti rivoluzionari, subiranno tal cangiamento da meritare le pene e i sacrifizi necessari a vincere(7)? Il socialismo, o se vogliasi(8) usare altra parola, una completa riforma degli ordini sociali, è l’unico mezzo che, mostrando a coloro che soffrono un avvenire migliore da conquistarsi, li sospingerà alla battaglia(9).

Note

  1. dopo la riuscita della rivolta il risentimento contro i governi diminuisce
  2. per spingere a rischiare la vita in guerra occorre creare forti sentimenti
  3. i grandi ideali di libertà, patria e indipendenza hanno spinto molti giovani a rischiare la vita, ma da soli non bastano
  4. per i contadini onore e patria non hanno valore
  5. risultato
  6. qualsiasi sia il risultato della guerra le loro condizioni di miseria rimarranno
  7. chi può dire che vi sarà un cambiamento sociale tale da giustificare i sacrifici fatti dai contadini?
  8. se si vuole
  9. solo promettendo ai contadini un cambiamento radicale della loro povertà essi combatteranno.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Il gioco è bello quando dura poco

MODO DI DIRE
Menare per il naso: Indurre uno a fare quello che si vuole.

Biografia …

Il 6 GIUGNO 1857 CARLO PISACANE fa iniziare la sollevazione contadina che fallisce …

Carlo Pisacane, nasce a Napoli il 22 agosto 1818, frequenta la Scuola Militare della Nunziatella e diventa ufficiale. Manifesta subito idee patriottiche e perciò abbandona l’esercito e fugge all’estero, ma nel 1848 ritorna in Italia per partecipare, come ufficiale, alla Prima Guerra d’Indipendenza. In seguito progetta un piano personale e il 6 giugno  1857 organizza un primo tentativo insurrezionale che fallisce e qualche settimana dopo ritenta una nuova azione a Sapri per spingere i contadini a ribellarsi al regime borbonico, ma reparti dell’esercito napoletano lo affrontano, lo sconfiggono e, per non cadere prigioniero, egli muore suicida il 2 luglio 1857. Le sue opere letterarie  sono sempre legate alla sua attività patriottica e di esse la più importante è certamente “Saggio sulla rivoluzione”. Pisacane è il più originale degli autori risorgimentali perché lega la sua attività di combattente all’idea che solo una rivoluzione socialista può veramente rinnovare l’Italia. Per tale motivo critica gli altri pensatori del suo tempo, compreso Mazzini, dato che li giudica  incapaci di capire i veri problemi  degli strati poveri della società italiana. A suo giudizio solo i contadini possono realizzare una vera rivoluzione sociale  e raggiungere l’obbiettivo di una reale uguaglianza tra i cittadini.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA