5 aprile

Leggiamo …

Da “Opere” di SALVATORE DI GIACOMO” presentiamo la sentimentale poesia “Pianefforte ‘e notte” …

Questa poesia si può definire un idillio, un dolce abbandono alla gioia dei sensi: la bellezza della musica, la notte serena, i profumi della natura e la luna come testimone. Il poeta si lascia cullare nei suoi pensieri ma forse di più nei suoi sogni.

Nu pianefforte’e notte(1)
sona, luntanamente,
e ‘a musica se sente
pe ll’ ariasuspirà.
E’ ll’ una: dorme ‘o vico
ncopp’ a sta nonna nonna
‘e nu mutivo antico
‘e tanto tiempo fa.
Dio, quante stelle ncielo!
Che luna! E c’ aria doce!

Quanto na bella voce
vurria sentì cant°!
ma solitario e lento
More ‘o mutivo antico;
si fa cchiù cupo ‘o vico
dint’ all’oscurità.
Ll’ anema mia surtanto
rummane a sta fenesta.
Aspetta ancora. E resta,
Ncantànnose, a penzà.

  1. Per comodità riproduciamo la traduzione della poesia.

Un pianoforte di notte suona, lontanamente
e la musica si sente sospirare per l’aria.
E’ l’una: dorme il vicolo sopra questa ninna nanna
di un motivo antico di tanto tempo fa.
Dio, quante stelle in cielo! Che luna! E che aria dolce!
Quanto una bella voce vorrei sentir cantare!
Ma solitario e lento muore il motivo antico;
si fa più cupo il vicolo dentro l’oscurità.
L’anima mia soltanto rimane a questa finestra.
Aspetta ancora. E resta, incantandosi, a pensare.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochinino

MODO DI DIRE
All’impazzata: Con furia, senza riflettere.

Biografia …

Il 5 APRILE 1934 muore SALVATORE DI GIACOMO, estroso e divertente letterato napoletano …

Salvatore Di Giacomo nasce a Napoli il 12 marzo 1860 e vive nella sua città per tutta la vita diventando testimone attento dei fatti umani soprattutto dei ceti più poveri. Aderisce al Verismo per una esigenza di rappresentare in maniera oggettiva la vita dolorosa e precaria della “plebe” napoletana. Scrive in dialetto napoletano e in lingua italiana sia novelle in prosa sia poemetti in poesia e tra le sue opere più famose sono da citare “Assunta Spina” e “O’ munasterio”. Nelle novelle e nei poemetti Di Giacomo si mostra perfettamente calato nello spirito verista, ed infatti rappresenta le miserie dei popolani, i loro istinti passionali, la quotidiana lotta per la sopravvivenza, i risentimenti, le risse e gli odi risentiti. In queste descrizioni non emerge una prospettiva di salvezza e con dolore l’autore osserva questo mondo disperato, consapevole della mancanza di un futuro migliore. Molto diverso Di Giacomo appare nelle sue poesie brevi, nelle quali prevale più serenità nel raffigurare la dolcezza del paesaggio, il gioco dell’amore e la gioia del vivere semplice. Muore nella sua Napoli il 5 aprile 1914.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA