4 giugno

Leggiamo …

Da “Il Conciliatore” rivista dei patrioti milanesi ecco un importante articolo di PECCHIO …

In questo articolo Pecchio descrive prima i sistemi giudiziari ed educativi del passato e sottolinea la durezza che si usava in tutte le relazioni sociali. La forza e la violenza erano le regole usate nei secoli passati e la sua critica è simile a quella espressa nel secolo precedente da Cesare Beccaria nella sua opera “Dei delitti e delle pene”. L’autore poi mette in risalto il carattere umanitario del sistema giudiziario adottato a Milano finalizzato al recupero di chi si macchiava di colpe. Esso era frutto delle riforme approvate a seguito delle idee espresse proprio dal Beccaria. Pecchio insomma esprime convinzioni moderne nella prospettiva di una società più giusta e più rispettosa dei diritti dei cittadini.

Si è per molti secoli creduto che gli uomini dovevano essere frenati colle sevizie e colla crudeltà. I pazzi erano caricati di catene; i collegi risuonavano di sferzate(1); il soldato perdeva il sentimento dell’onore o la vita sotto il bastone; i processati avevano ossa dislocate(2), infrante; i condannati erano confinati a marcire nelle bastiglie(3), ne’ camerotti di San Marco(4), o in consimili bolge(5)di disperazione. Si trattava la nostra specie come un serraglio di fiere(6). Il paziente(7) intanto o soccombeva, o s’inferociva. Gli spettatori abituandosi al pianto e agli urli dei loro simili si inferocivano a vicenda. Si conobbe alla fine che s’oltraggiava indarno(8) la natura, e che la pena non doveva essere una vendetta, né il castigo un supplizio. Si conobbe che gli uomini si ammansavano(9) colla dolcezza, si correggevano sotto un moderato rigore. Da questo ravvedimento nacque il sistema umano e provido(10) con cui sono oggi regolate le prigioni. La società si è prefissa non tanto di punire, come di emendare(11) i colpevoli. Perciò non v’è titolo più adattato a questo fine come quello di Casa di correzione(12) che porta la vasta prigione di Milano.

Note

  1. duri castighi corporali che si usavano nelle scuole
  2. slogate
  3. vecchi castelli malsani che s usavano come prigioni
  4. le terribili prigioni di Venezia
  5. luogo infernale
  6. recinto per bestie feroci
  7. colui che soffre
  8. inutilmente
  9. si rendevano docili
  10. ricco di risultati
  11. correggere
  12. rieducare, recuperare.

Biografia …

Il 4 GIUGNO 1835 muore GIUSEPPE PECCHIO, poeta e teorico del Risorgimento italiano …

Giuseppe Pecchio nasce a Milano il 15 novembre 1785 da una nobile famiglia, studia in Collegi religiosi e si laurea nel 1806 in Giurisprudenza a Pavia. Collabora con il Ministero delle Finanze del Regno d’Italia e alla caduta di Napoleone si impegna a scrivere articoli per il Conciliatore. Si interessa di politica e tiene contatti con i rivoltosi piemontesi nel 1820-’21. Decide poi di andare in esilio e dopo aver vagato in Portogallo, Spagna e Francia si stabilisce in Inghilterra dove continua a scrivere opere e a tenere contatti con gli esuli italiani. Sposa una ricca giovane ed ottiene la cittadinanza inglese e dopo una lunga vita agiata muore a Brighton il 4 giugno 1835. Delle sue opere possiamo citare “Storia dell’economia pubblica in Italia” (1829) e “Vita di Ugo Foscolo” (1830). Pecchio esprime idee patriottiche nel periodo del Conciliatore e con i suoi scritti mira a risvegliare il senso di amor di patria negli Italiani. Ma la sua opera più significativa è quella scientifica dell’economia politica. Egli riprende le idee degli economisti tradizionali del Settecento e le rinnova nella prospettiva di come esse possono essere utilizzate per una corretta gestione della finanza pubblica in un’Italia libera e indipendente.

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