4 aprile

Leggiamo …

Proponiamo un significativo brano da “Guerra del ‘15” di GIANNI STUPARICH …

Quest’opera è un diario che Stuparich scrive come testimonianza della sua esperienza di guerra. Egli è un volontario che decide di combattere per la liberazione della sua terra dal dominio austriaco, ma il suo entusiasmo riceve duri colpi dalle terribili condizioni della guerra. E’ significativo il fatto che egli, grande uomo di cultura, non ha più voglia di leggere una rivista che prima trovava i interessante. Lo addolora soprattutto il fatto che gli altri sospettino che egli, essendo di Trieste e quindi suddito degli Austriaci, possa tradire. Quella di Stuparich è una testimonianza dolorosa sugli effetti spaventosi che provoca la vita di trincea sull’animo degli uomini.

Mi sveglio all’arrivo della posta. Un nuovo numero de “La Voce”: un mese fa l’arrivo delle “Voci” mi faceva ancora piacere, sentivo in questa rivista come l’espressione di qualche cosa che m’era vicina, ora invece la sento estranea, una rivista letteraria d’una città lontana; tutto mi par troppo lontano e inutile. Non ho voglia di leggere, ho una terribile sete…Per la strada mi viene incontro Brambilla, mandato in cerca di me. “Sei qua? Il capitano stava in pensiero”. Vorrei illudermi che il motivo sia stato soltanto affettuoso e paterno, come più volte ha dimostrato di essere con noi il capitano, ma dal tono con cui Brambilla ha pronunciato questa frase, sembrava che egli intendesse soggiungere: “tu sei triestino e non si sa mai…”. Un’atroce tristezza mi serra la gola. La faccia del capitano si rischiara quando mi vede; il mio potrebbe essere un sospetto infondato, ma tuttavia non so liberarmi del nodo che ho nel petto. Non giustifico il mio ritardo, dico soltanto che il tenente verrà subito. “Ma cosa ha fatto lei tanto tempo?” Rispondo che m’è toccato uscire dalla trincea e cercare il tenente tra i piccoli posti. Carlo mi conferma il sospetto: ha inteso gli altri mormorare che il capitano aveva troppa fiducia in noi; non l’ho mai visto così agitato e addolorato. “Ma cosa dobbiamo fare ancora”, mi dice con voce tremante di sdegno “per convincerli che siamo italiani? Come loro, come loro!” Lo calmo e provo un dolce sollievo nel sedermi accanto a lui, nel sentirmelo vicino,  col suo grande cuore di fratello.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Il peggior sordo è quello che non vuole sentire

MODO DI DIRE
Sentirsi fischiare le orecchie: Avere la sensazione che qualcuno stia parlando di noi.

Biografia …

Il 4 APRILE 1891 nasce GIANI STUPARICH, scrittore e combattente nella Prima Guerra Mondiale …

Giovanni, detto Giani, Stuparich nasce il 4 aprile 1891 a Trieste, a quell’epoca sotto il Governo Austro-Ungarico. Studia prima all’Università di Praga e poi conclude gli studi a Firenze dove nel 1915 si laurea in Letteratura Italiana. Partecipa volontario alla Prima Guerra Mondiale, rimane ferito due volte e riceve la “Medaglia d’Oro al Valor Militare”. Dopo la guerra insegna Italiano al Liceo Dante Alighieri di Trieste e scrive numerose opere narrative. Partecipa alla Resistenza e dopo il conflitto svolge attività di giornalista e continua la sua produzione letteraria. Le sue opere più significative sono: “La Grotta” (1933), “Ritorneranno” (1941), “L’isola” (1942) e “Ricordi istriani” (1961). Stuparich è profondamente legato alla sua terra e questo legame emerge con forza nelle sue opere letterarie. In esse si manifesta la costante ansia per il destino di una terra di confine, la sofferenza di due guerre vissute in prima linea, e il dolore per i lutti vissuti. Stuparich trasferisce questa ansia anche nella descrizione dei difficili rapporti familiari e nel complesso e dinamico legame delle vicende d’amore. Egli muore a Roma il 7 aprile 1961.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA