3 marzo

Leggiamo …

Da “Di buona famiglia” di ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI proponiamo un significativo brano …

Da “Il catalogo delle amiche”:
Cristina

Quest’opera è una galleria dei caratteri femminili che l’autrice cura con particolare attenzione e con profonda ironia. Di ogni “amica” individua una particolare caratteristica che può essere un vizio o una particolare abitudine, che diventa “maschera” tipica di carattere umano. Nell’esempio proposto si nota la descrizione esagerata ma ricca di ironia dell’esempio di “buona samaritana” che si realizza solo quando può diventare protagonista nelle disgrazie altrui.

Cristina dà il meglio di sé quando la casa è in fiamme. preferibilmente se è la casa altrui e se le fiamme sono alte. La prassi quotidiana, il piccolo alto e basso del giorno dopo giorno la annoiano, la rendono apatica, pessimista e di cattivo umore. Anche acida, scontrosa, aggressiva, o bugiarda. Bisogna starle alla larga allora, aspettare che succeda qualcosa di grave, attraverso al quale lei possa realizzare la sua voglia di protagonismo, di eroismo. Una piccola malattia, un’indisposizione, un contrattempo, o, caso più fortunato, un incidente, una ferita, un’operazione già le permettono di galvanizzarsi un poco, anche se non ancora a sufficienza. Comunque bastano per accenderle negli occhi la luce del risveglio dall’apatia, dalla normalità senza storia. Per lei la vera storia, la vita anzi, comincia con la disgrazia, eventualmente perfino con la morte. Se un’ingessatura, una febbre a quaranta, un parto difficile, un tamponamento d’auto riescono a darle una scossa per la quale torna a sorridere, affabile e animata, con il respiro corto di chi è indaffarato o innamorato, il bello, il meglio viene con i malanni seri: una gamba rotta o preferibilmente amputata, di un amico o di una vicina di casa; un’automobile veramente fracassata, dalla quale sia uscito qualcuno di sua competenza da ricucire da capo a piedi, magari in coma, con prognosi incerta; una malattia rara, misteriosa, lunga e difficile da curare e che richieda tutto il suo impegno di esperta  delle cose di medicina. Cristina cresce allora in altezza e in bellezza, i capelli lucidi e i muscoli tesi, perfino il vestito più curato e il passo svelto, da ragazza, non da signora quarantenne qual è. Se appena il colpito non ha famiglia o dei congiunti più che disponibili, più che assidui, si trasferisce all’ospedale, prende il posto delle infermiere, dalle quali in due giorni impara ogni arte per superarle in bravura al terzo, e dopo una settimana sa tutto quello che sa il medico.

Biografia …

Il 3 MARZO 1948 nasce ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI, attenta osservatrice dei nostri tempi …

Isabella Bossi Fedrigotti nasce a Rovereto, vicino a Trento, il 3 marzo 1948, da una famiglia di imprenditori agricoli nel settore enologico. Dopo gli studi approfondisce la sua cultura vivendo per quattro anni a Madrid e attraverso viaggi amplia la sua conoscenza del mondo. Comincia abbastanza tardi la sua attività di scrittrice con il romanzo “Amore mio, uccidi Garibaldi” (1980). Nel 1991 pubblica un’altra opera interessante “Di buona famiglia” che vince il “Premio Campiello”. Altre sue opere di rilievo sono “Il catalogo delle amiche” (1998) e “Il primo figlio” (2008). Nelle sue opere la Bossi Fedrigotti effettua quasi sempre analisi di costume, riesce cioè sempre a cogliere aspetti dei comportamenti umani al limite della scelta maniacale. Presenta individui che si caratterizzano o per un vizio, o per un tic o per un senso ossessivo di scelte abitudinarie. Essa mostra un occhio acuto ed ironico ed i suoi personaggi risultano realistici nei loro aspetti più buffi. La Bossi Fedrigotti da alcuni anni tiene una rubrica di posta sul quotidiano “Il Corriere della Sera”, nella quale sfrutta la sua esperienza di intelligente osservatrice della società. Essa infatti dà sempre risposte equilibrate. dettate dal buon senso e da un profondo senso di rispetto delle esigenze degli altri.

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Chi vuole vada, chi non vuole mandi

MODO DI DIRE
Battere il chiodo (o sempre sullo stesso chiodo): Insistere in continuazione sulla stessa cosa.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA