2 giugno

Leggiamo …

Da “Corse al trotto” di EMILIO CECCHI presentiamo il curioso brano “La serpe” …

Nella continuazione del racconto Cecchi dice che il gruppo di amici depone a margine della strada la serpe ormai moribonda. Essi visitano la Villa che si trova in uno stato di abbandono: bella nella sua struttura ma in evidente decadenza. Al ritorno essi si fermano per vedere il destino della serpe e vedono che essa ha lasciato tracce di sangue ma è riuscita a fuggire. L’autore mette a confronto la vitalità eroica della serpe che riesce a risorgere da una quasi morte e dall’altra il senso di declino dell’uomo rappresentato dalla Villa in abbandono.

La notte aveva fatto temporale, ed ora il verde della campagna era d’una luce più smagliante. La ghiaia brillava sugli argini. Cosparso della sottile rena dell’alluvione, il fondo delle strade era liscio e sonoro, e rendeva più agile la nostra corsa. La macchina infilava stretti passaggi, fra muraglie di tufo, dentro i quali l’aria aveva un soffio di cantina. E all’uscita di questi neri corridoi, ogni volta la luce del paesaggio ci inondava come una cateratta(1). Era una specie di gloriosa aspersione(2); e, abbagliati e gocciolanti, subito ci si ritrovava dentro un altro di quei tunnel di pietra e di muffa. Si cercava una villa, famosa e fabulosa(3), che da tempo ci eravamo promessi di visitare. Vagamente ce l’avevano descritta, cinta di divieti, in un parco immenso. All’ultima fermata, dinanzi alla bottega di un villaggio, ci avevano ripetuto, sempre in confuso, che ormai doveva essere vicina. Ma quanto più ci accostavamo, più essa sembrava allontanarsi; e, così inafferrabile, assumeva alla nostra fantasia qualcosa d’irreale. Ad una curva improvvisa, una specie di frusta guizzò da un lato alla macchina, che slittava al brusco richiamo dei freni. Fermammo, senza aver capito che cosa fosse successo. Si scese e si tornò indietro alcuni passi. Travolta da una delle ruote, un lunga serpe furiosamente si dibatteva, dove una cuna di sabbia con qualche filo d’erba dava al terreno la dolcezza d’un greto fluviale. Fosse una naturale pietà per la creatura, ignara, piena di vita, e che, senza volere, avevamo ridotto a quell’agonia; fosse l’incanto, orrido e inesplicabile, che la figura del serpe esercita sempre sulla immaginazione e il sentimento, sta di fatto che tutti ci raccogliemmo intorno all’animale, umiliati di non potergli far nulla; e chini, quasi rattenendo il fiato, si stava a guardarlo morire.

Note

  1. forte cascata d’acqua
  2. getto d’acqua
  3. misteriosa come in una favola

Scopriamo la lingua …

PROVERBIO
Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei

MODO DI DIRE
Tirare in ballo qualcosa: Porre una in questione.

Biografia …

Il 2 GIUGNO 1959 Emilio Cecchi riceve il titolo di “Cavaliere di Gran Croce dell’ordine al merito della Repubblica Italiana” …

Emilio Cecchi nasce a Firenze il 14 luglio 1884, studia prima in un Istituto Tecnico e poi consegue la maturità classica da privatista. Frequenta la Facoltà di Lettere senza laurearsi. Cecchi è una delle figure più significative nel campo della cultura del Primo Novecento perché diventa uno dei critici letterari più intelligenti, uno scrittore originale e un critico d’arte appassionato. Da giovane collabora con le riviste “Lacerba” e “La Voce”, ma si sente più in sintonia con “La Ronda” perché sente il fascino di una “prosa poetica” e vuole esprimere uno stile elegante e misurato. Delle sue opere critiche sono importanti “La poesia di Giovani Pascoli” (1912), “Scrittori inglesi e americani” (1947) e “Ritratti e profili” (1957). Delle sue opere letterarie sono da ricordare “Pesci rossi” (1920), “L’Osteria del cattivo tempo” (1921) e “Corse al trotto” ( 1936). Per i suoi numerosi meriti culturali il 2 giugno  1959 riceve l’onorificenza di “Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana”. Cecchi muore a Roma il 5 settembre 1966. La sua poetica si può definire “realismo magico” perché egli descrive una fantasia o un sogno “credibili”, nel senso cioè che pur narrando fatti inventati essi hanno un forte legame con la vita comune degli uomini. Cecchi si impegna in una ricerca delle analogie esistenti tra avvenimenti misteriosi e cerca di individuare legami tra atmosfere lontane fra di loro. Egli usa, come già detto, una “prosa poetica” che si fa apprezzare per la sua eleganza classica ricca di equilibrio.

VOCABOLARIO GENERALE
VOCABOLARIO CUCINA